Sono tredici i negozi e gli esercizi di piazza San Marco a Venezia che nell'ultimo periodo sono rimasti chiusi per non riaprire più. Ed entro l'anno è prevista la dismissione di altre tre imprese sotto i portici delle Procuratie: motivo principale, va da sé, è l'insostenibile peso di affitti assai alti, anche di 30mila euro al mese, che prima del lockdown si riusciva a colmare grazie agli acquisti da parte dei turisti internazionali.
Ora che in tanti hanno ancora remore a scegliere la città più bella del mondo quale luogo di vacanza -e le compagnie aeree low cost ne stanno purtroppo traendo le conseguenze- diventa impossibile procedere con attività che affondano le proprie radici anche molto indietro nel tempo.
Una stima calcola che il 25% delle botteghe nella piazza abbia ormai irrimediabilmente abbassato le serrande: tra queste, vetrerie come Venini e Olga Asta, pelletterie come Pagan e gioiellerie firmate di prim'ordine, ad esempio Missiaglia. Rimane chiuso anche il cambio di valute ai piedi della torre dei Mori.
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