È più che mai innamorato della laguna di Venezia, Carlo Alberto Tesserin, a poche ore dal riuscito sollevamento del MOSE che lo ha visto tra i protagonisti lungo venticinque anni di vita regionale. Il Primo Procuratore di San Marco, alle telecamere di Chioggia Azzurra, rivendica l'orgoglio di essere lagunari e di farsi promotori di questo ambiente: «Tutti coloro che vivono della laguna - esordisce l'ex consigliere - hanno partecipato ieri a un avvenimento straordinario. Dopo situazioni di grande negatività nel percorso è stata un'inversione di tendenza, e di certo non è la vittoria di un gruppo politico rispetto ad un altro».
Tesserin mostra tuttavia una certa prudenza nel valutare il progetto tecnico apprezzato da tutto il mondo per la sua innovazione, e tesse gli elogi della provveditrice alle opere pubbliche Cinzia Zincone e della commissaria del Consorzio Venezia Nuova, Elisabetta Spitz, per la decisione coraggiosa di aprire le paratoie anche senza collaudo, nel primo esperimento generale col mare mosso: «Chi viene da fuori città - nota l'esperto politico - ha un'immagine diversa, ma Venezia è laguna, vive perché c'è la laguna, e la laguna del resto deve la sua simbiosi a Venezia».
Oggi Carlo Alberto Tesserin è responsabile della bellezza custodita nella Basilica di San Marco, la più fragile perché collocata nel luogo del centro storico più esposto alle acque: più volte nel 2018 e nel 2019 i mosaici sono andati a fondo, durante le terribili maree eccezionali. «Non si avvertiva fino in fondo il pericolo avanzato dagli esperti - commenta il Primo Procuratore - a proposito di un cambiamento climatico forse irreversibile. Ma sono propenso a dire che i danni occorsi alla chiesa hanno aiutato la velocizzazione del MOSE, anche per la visita dei grandi della Terra».
Sono stati proprio i tecnici della Procuratoria a mettere a punto il progetto di matrice interna al fine di mettere in sicurezza la struttura, piano che ora è al vaglio delle autorità competenti: «Occorre però salvare l'intera piazza e l'insula marciana - conclude Tesserin - visto che non c'è stata la determinazione per rialzare la fondamenta. Finché non succede, non c'è la percezione del pericolo: eppure all'acqua alta spesso segue la secca, che crea problemi anche ai pescherecci. A Chioggia in questo siamo stati più lungimiranti, avendo alzato le rive e costruito il Baby Mose».
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