Appuntamento in campo San Maurizio nel pomeriggio odierno per i precari delle scuole veneziane. Scendono in piazza assieme ai colleghi di tutta Italia per rivendicare ancora una volta il diritto alla stabilizzazione, che per molti rimane ancora un miraggio dopo anni di insegnamento.
«Oggi il lavoro nelle scuole poggia anche sul 30% di organico occupato da lavoratrici e lavoratori precari - affermano congiuntamente i sindacati FLC-CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS ConfSal e Gilda UNAMS - che operano con professionalità e serietà, rispetto ai quali si è abusato del ricorso al contratto a termine senza mai offrire loro alcuna possibilità di abilitazione o di stabilizzazione».
Continuano le sigle: «Non ce lo siamo inventati, c’è una norma comunitaria che impone agli Stati membri di stabilizzare il lavoratore dopo 36 mesi di contratti reiterati. Questa direttiva è stata recepita dal governo italiano nel 2001, ma rimane inapplicata da allora», commenta il rappresentante dei docenti precari del Veneto Federico Giovannone.
Ma oggetto della protesta è anche il concorso straordinario (e a seguire il maxi-concorso) che, indetto in periodo di Covid-19, non garantisce alcun effetto immediato in termini di assunzioni, ma espone invece all'aumento dei contagi nelle scuole, rischia di essere falsato per i molti precari che potrebbero essere stati contagiati o in quarantena e inoltre sottrarrebbe oltre 66mila docenti per almeno due giorni in un momento già complicato per le scuole.
«È necessario che governo e Parlamento - concludono i rappresentanti sindacali dei docenti precari - mettano in atto percorsi di stabilizzazione per titoli e prova orale, che consentirebbero di garantire l’assunzione in forma stabile di quei precari già oggi impegnati in cattedra con serietà e professionalità al servizio del sistema nazionale di istruzione».
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