Questa mattina sindacati e lavoratori di ACTV hanno manifestato in calle larga XXII Marzo a Venezia, davanti palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale del Veneto, prima di essere ricevuti dal presidente Roberto Ciambetti e da alcuni consiglieri, trasversali agli schieramenti politici. I temi al centro dello sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, durante le 24 ore di oggi, sono il contratto scaduto da oltre 3 anni e la richiesta di più sicurezza nei luoghi di lavoro ma, a Venezia, soprattutto la disdetta unilaterale del contratto integrativo di secondo livello, ovvero un taglio in busta paga che può superare i 300 euro e la perdita di molti dei diritti maturati dai lavoratori nel tempo.
In laguna quindi si aggiungono le tensioni sempre più insostenibili tra vertici del gruppo AVM/ACTV, dipendenti della partecipata e cittadini, in un clima bollente che ha già visto esplodere diversi episodi di violenza a bordo di motoscafi strapieni e di pontili affollati. Mentre le presenze turistiche in laguna aumentano velocemente, e i grandi eventi tornano ad attrarre pubblico da tutta Europa, le corse dei vaporetti -limitate alla capienza del 50%- soffrono ancora dei numerosi tagli rispetto all’orario regolare. «Non comprendiamo questa situazione», commenta il consigliere regionale del PD Jonatan Montanariello. «Non può esserci mancanza di servizio con lavoratori stagionali a casa e altri in cassa integrazione». Fa eco il collega leghista Marco Dolfin: «Siamo vicini al punto di rottura, i lavoratori non possono solo subire».
Dipendenti di ACTV e cittadini sono esasperati, costretti a condividere un servizio di trasporto numericamente inadeguato a sostenere la quantità di passeggeri oggi presenti in laguna. Risultato: lunghe code ai pontili nel fine settimana, veneziani lasciati a terra per raggiunta capienza dei mezzi e il rischio concreto di scontri “fratricidi” tra lavoratori e utenti autoctoni. «Veniamo insultati verbalmente di continuo - commenta una dipendente di ACTV in servizio lungo la linea 1 - e siamo arrivati al punto di andare a lavorare con la paura». A chi addebitare l’escalation della crisi del trasporto pubblico locale a Venezia, sindacati e lavoratori non hanno dubbi: «La responsabilità della questione veneziana - conclude Danilo Scattolin di SGB - è tutta del sindaco».
“il contratto scaduto da oltre 3 anni ……, ovvero un taglio in busta paga che può superare i 300 euro ….”
RispondiEliminaQuesti vivono sulla luna! Pensano al loro rinnovo del contratto, quando c’è gente ridotta alla fame.
Poi, non mi si venga a dire del taglio che può superare i 300 euro poiché chi ha un taglio di questa cifra guadagna bene già colo contratto base. Non è certamente all’ultimo livello che verranno tagliati quei soldi.
Se non sapete non sparate cazzate a caso. Prima di parlare di parlare informatevi.
RispondiEliminaRisposta per Anonimo (1 giugno 2021 09:48)
EliminaLei che spero sia ben preparato, controbatta con validi e documentati argomenti quanto da me affermato.
In caso contrario, non ricevendo riscontro, mi autorizza a dire che le cazzate le ha sparate lei.
Grazie per la risposta.
Le persone che lavorano a Venezia non ce la fanno più a subire i ritardi dei vaporetti e anche le corse che saltano , cosi si perdono ore di lavoro e coincidenze per andare a casa a fine lavoro ........e a volte offendono quando si fa presente il ritardo
RispondiEliminaSig. Anonimo - 1 giugno 2021 11:50
EliminaLe persone che lavorano a Venezia sanno che viaggiano pagando una fesseria tramite l’ex “Carta Venezia”, ora dal 20 gennaio 2019 “Venezia Unica City Pass”.
I costi del trasporto lagunare gravano sui turisti che sborsano cifre esorbitanti tappando i buchi dei costi del servizio. Nel periodo di pandemia, mancando i turisti, sono mancati i sodi ed i bilanci sono in forte perdita.
Signor anonimo secondo me lei ha tanta invidia nei confronti di quelli di Actv, probabilmente sarà uno dei tanti che ha provato ad entrare e non è riuscito ed adesso si nutre di invidia sociale associata ad una insoddisfazione e repressione della propria sfera privata.si rilassi e stia sereno perché continuerà ad avere ritardi se la mentalità è questa e non si risolvono i problemi legittimi dei lavoratori.
EliminaCon tutto il rispetto non credo ci sia la minima invidia nei confronti di nessuno. Si tratta di legittime critiche ad una categoria di lavoratori che egoisticamente pensa solo ai propri interessi creando disagi enormi alla cittadinanza.
EliminaGrazie Jonathan...sempre dritto al punto!
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