Legno lamellare e fonti energetiche rinnovabili, insegnamento della lingua inglese e apertura fino alle ore 19, ma le dieci educatrici del Comune e le cinque ausiliarie di AMES che si occupavano dei bambini (da zero a tre anni) nella vecchia sede dell’asilo nido Millecolori di Mestre, nella nuova struttura in costruzione in via Catalani non potranno entrare.
Il personale dovrà infatti essere ricollocato perché, con una delibera di giunta, il Comune di Venezia ha deciso che sarà una società esterna a fornire tutti i servizi. Una privatizzazione che ha portato sul piede di guerra opposizioni e sindacati: «È una vergogna che i servizi del Comune vengano esternalizzati — commenta la capogruppo del PD Monica Sambo — ed è una vergogna l'attacco che questa amministrazione ha mosso in questi anni al servizio degli asili nido e delle scuole dell'infanzia, che era sempre stata un'eccellenza e che questa amministrazione sta sistematicamente demolendo».
Sulla stessa linea anche i delegati sindacali Daniele Giordano (FP CGIL) e Mario Ragno (UIL FPL): «Una scelta vergognosa e inaccettabile. Il Comune di Venezia ha utilizzato risorse pubbliche, frutto di compensazione, per una nuova struttura che accogliesse i bambini e adesso la dà in gestione a un soggetto privato, che come è noto non lo fa certo per beneficienza».
Dall’altra parte, l’assessora alle Politiche Educative Laura Besio sottolinea che il Comune continuerà a essere esclusivo titolare, vigile nel salvaguardare la qualità prestazionale e a gestire le iscrizioni, le graduatorie, le rette, la manutenzione ordinaria e straordinaria, le utenze, le autorizzazioni all'esercizio e all’accreditamento. Ma i fronti rimangono quanto mai contrapposti: «Il timore — conclude Giordano — è che questo sia un primo passo, verso una più ampia privatizzazione che riguarderà altre scuole».
Nessun commento:
Posta un commento