La lieta novella è arrivata nella tarda mattinata di oggi. Marco Zennaro, il 46enne imprenditore veneziano detenuto in Sudan da due mesi per una disputa commerciale, è stato scarcerato. La notizia, filtrata dal gruppo fb "Sosteniamo Marco", è stata confermata dal Ministero degli Esteri. La scarcerazione è avvenuta stamane, a seguito di lunghi negoziati diplomatici. Il 46enne di Marghera -che ora si trova agli arresti domiciliari in un albergo- dovrà comunque rimanere a disposizione della magistratura sudanese, per rispondere alle accuse.
Tra sabato e ieri pareva che la situazione si complicasse oltremodo, quando il procuratore ha cancellato l’udienza programmata, rinviandola e lasciando così il 46enne veneziano ancora imprigionato in una cella senza letti o materassi con altri 30 detenuti.
A mantenere alta l’attenzione sul controverso caso del connazionale incarcerato in Sudan -seguito direttamente dalla Farnesina, dalla diplomazia della Chiesa e dal premier Mario Draghi, fino ad oggi con pochi risultati concreti- hanno pensato ancora i molti amici di Zennaro. Ieri è stata la volta del gruppo di amanti della voga alla valesana, di cui Marco fa parte, impegnati per 24 ore con una staffetta remiera in cui 24 vogatori si sono alternati ai remi delle loro imbarcazioni lungo il canal Grande indossando la maglietta con la scritta “Marco libero”.
Nel frattempo sarebbero spuntate nuove, sospette accuse a carico di Marco Zennaro, nonostante i 700mila euro chiesti per chiudere la causa civile siano stati consegnati e i legali dell'imprenditore veneziano ritenessero che la questione potesse essere vicina alla soluzione. Le condizioni dell'uomo, testimoniate dalle prime foto diffuse dopo mesi di detenzione, nelle quali Zennaro appare provato e sofferente, hanno destato non poca preoccupazione.
«Siamo contenti per la notizia della scarcerazione di Marco Zennaro, ma questo deve essere solo il primo passo. Ci auguriamo possa tornare presto a casa, intanto ringraziamo la nostra diplomazia per aver raggiunto questo risultato come chiedevano con forza i suoi familiari». Così i consiglieri regionali del Partito Democratico salutano la liberazione dell’imprenditore.
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