venerdì 7 agosto 2020

ULSS 3 SERENISSIMA, SPENTI CINQUE FOCOLAI DEL COVID. NE RESTANO 10, TRA CUI OTTO DI ORIGINE INTERNA

Il presidente della giunta regionale veneta, Luca Zaia, ha presentato oggi un quadro di confronto relativo alla situazione epidemiologica dal 18 maggio ad oggi. Commentandone i dati, il direttore generale dell'ULSS 3 Giuseppe dal Ben fa presente che «la situazione rimane sotto controllo. Il virus continua a circolare, ma i focolai vengono rilevati e aggrediti nell'immediato. Raccomandiamo anche alle persone sottoposte a isolamento e quarantena di rispettare le indicazioni del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica: a chi è soggetto al monitoraggio viene richiesto un rispetto ferreo delle regole».
A tal proposito, i focolai attualmente attivi nel territorio di competenza dell'ULSS veneziana sono dieci. Otto sono d'origine interna, e raccolgono 56 casi positivi primari: di questi cluster autoctoni, il più numeroso è rappresentato da un contagio avvenuto all'interno della residenza per anziani di Santa Maria dei Battuti a Mestre (46 positivi, di cui 3 secondari), 6 sono invece cluster familiari e uno è lavorativo.
Quanto ai focolai d'importazione, ce ne sono due: uno proveniente dalla Spagna, coinvolge 5 persone ed è familiare, l'altro è il caso di una persona dell'est che ha contagiato altri due residenti. Sempre d'importazione sono 7 casi singoli, per la maggior parte badanti ritornate a Venezia dopo essere state nel proprio Paese d'origine.
In merito, poche settimane fa l’ULSS ha lanciato la campagna per un'assistenza sicura, che prevede la possibilità per badanti, collaboratori domestici e chiunque si occupi dell’assistenza ad anziani e persone fragili di effettuare il tampone senza bisogno di prenotazione, al dipartimento di Prevenzione dal lunedì al venerdì con orario 11-12, il lunedì anche dalle ore 14 alle 15.
Nel periodo in cui i contagi hanno ripreso a risalire, dal 22 luglio ad oggi, l'UlSS 3 Serenissima è riuscita a spegnere 5 focolai, passando dai 15 di allora ai 10 di oggi. Proseguono infatti le attività di monitoraggio e di screening della popolazione, grazie alle quali è stata scoperta gran parte di questi cluster. Al verificarsi di ogni singolo caso viene attivata subito l'attività di ricognizione dei contatti, per poi iniziare le misure di isolamento e quarantena necessarie a prevenire la diffusione del virus.
Sono stati inoltre avviati contatti con i rappresentanti della comunità bengalese, rumena e moldava, finalizzati a diffondere nel modo più capillare possibile le informazioni necessarie alla prevenzione, a fornire istruzioni comportamentali nel caso di presenza di sintomi. Sono già stati realizzati alcuni video che i rappresentanti diffonderanno nelle rispettive comunità, utilizzando i social media e la messaggeria istantanea.

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