giovedì 16 luglio 2020

MINORE ACCEDE AGLI UFFICI DELLA QUESTURA, MA SCOPRE DI ESSERE POSITIVO: A RISCHIO 30 AGENTI E TUTTI I CONTATTI SUCCESSIVI

Un minore di nazionalità kosovara è stato riscontrato positivo al Coronavirus nella terraferma veneziana. Le analisi hanno dato esito positivo ieri mattina, a cinque giorni di distanza da quando il ragazzo si era presentato all'ufficio immigrazione della Questura di Marghera, dove è entrato potenzialmente in contatto con circa venti o trenta agenti: ai poliziotti la positività del giovane è stata comunicata solo dopo che quest'ultimo aveva avvertito un malessere ed è stato condotto all'ospedale.
La situazione è stata notificata dal sindacato FSP della Polizia di Stato in una lettera aperta al Questore, Maurizio Masciopinto, nella quale la segreteria provinciale della sigla sindacale racconta i fatti per come si sono svolti. Il giovane non parlava italiano, nessuno era in grado di comprenderlo, e nel mentre ha avuto contatti con il personale di vigilanza, con due interpreti di altre lingue, con il personale dell'ufficio stranieri, in sala d'attesa dove sostavano molte altre persone. Quindi all'ufficio anticrimine e minori, alla Polizia Scientifica per la fotosegnalazione, infine in una volante che ha accompagnato il ragazzo negli uffici comunali e in un centro di accoglienza.
«Con quante persone, anche nei giorni successivi, costui è entrato in contatto prima di risultare ufficialmente positivo?», si chiede il segretario Mauro Armelao nel testo. Che continua così: «È stato fatto di tutto per prevenire e porre il personale e i cittadini in sicurezza? Se per entrare in qualsiasi ufficio viene misurata la febbre a tutti, negli uffici più esposti e affollati della Questura ben che vada si raccomanda la mascherina».
Il sindacato non usa mezzi termini per definire «criminale» lo ststo di cose, e polemizza con il Questore Masciopinto: «A noi non interessa - prosegue FSP - la festicciola di ringraziamento snobbata dal personale non coinvolto nelle foto e nei video mirabolanti, interessa invece (e dovrebbe interessare prima di tutto a lei, Questore) che tutti gli operatori di polizia siano tutelati nella salute, che non imperi la disattenzione, che non si giochi a Risiko con le donne e gli uomini della Polizia di Stato, applicando anzi quanto le norme impongono. Come si sentirebbe, dottor Masciopinto, se per caso fosse uno degli agenti entrati in contatto con questo giovane positivo? Dovremmo essere i primi a dare sicurezza, e invece siamo talmente sprovveduti che praticamente diventiamo responsabili. È una vergogna, ma non finisce qui».

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