martedì 28 luglio 2020

DENTRO I SEGRETI E I NUMERI DELLA "CONTROL ROOM" ANTI COVID-19 A MESTRE

In piazzale Giustiniani, a Mestre, opera un nucleo "silente" anti Covid-19, gestito dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, che mappa i veneziani venuti a contatto con qualsiasi persona risultata positiva al Coronavirus. Una control room che al culmine dell’emergenza è diventata il braccio destro dell’unità di crisi, la cabina di regia dell’ULSS 3 Serenissima nel contrasto al virus.
In una sala del dipartimento di Prevenzione, sei professionisti tra medici e sanitari guidati dal direttore Vittorio Selle ogni giorno trattano via telefono una media di 150 persone: sono i “contatti”, cioè quei soggetti che gravitano attorno ai pazienti positivi. Dalla control room li cercano, li tracciano e li tamponano, pronti a intervenire all'insorgenza dei primi sintomi.
Sono 1956 i casi positivi emersi, quasi 5mila i contatti dei positivi raggiunti, di cui attualmente restano in sorveglianza attiva 180 utenti. E poi altri 1608 viaggiatori al rientro in Italia presi in carico a vario titolo, di cui 140 ad oggi sotto sorveglianza attiva. Anche a Dolo sta per nascere una stanza gemella, con altri sei professionisti e quattro operatori di sorveglianza telefonica.
Al culmine dell’emergenza gli operatori della control room sono lievitati a 35: «Anche qui - dice il direttore generale dell'ULSS, Giuseppe dal Ben - stiamo contrastando il Covid-19, e anche qui ci stiamo difendendo mettendo in campo ogni energia e ogni professionalità a disposizione. In questo momento nell'ULSS ci sono 36 casi positivi e 232 persone in isolamento. Stiamo aggredendo i focolai nell’immediato».
E niente, a emergenza sopita, verrà smantellato: «Questa cabina resta - spiega il dottor Selle - e sarà sempre più strutturata. Lavoriamo già con strumentazioni d’avanguardia e presto vorremmo collegarci anche con eventuali iniziative nazionali di monitoraggio tecnologico della cittadinanza. Bisogna abituarsi all’idea che questo virus possa tornare, e che in futuro possano svilupparsi epidemie di altro tipo».
Tra le dotazioni in crescita, l’ultimo arrivo è stato appeso alle pareti: nella sala di comando è appena comparsa una grossa lavagna luminosa con sistema di biosorveglianza georeferenziata. Per favorire una visione d’insieme e tenere sempre sotto controllo eventuali recrudescenze o nuove epidemie, nei pannelli interattivi ora si illuminano i cluster e i casi singoli in tempo reale, appena il tampone viene validato.
Lo stesso controllo è avvenuto con le case di riposo: nella fase acuta la supervisione ha contato una media di 607 telefonate al mese per verificare lo stato di salute degli operatori positivi, che sono da aggiungere a tutte le altre telefonate fatte anche ai 1106 contatti stretti degli operatori risultati infetti. In questi mesi la control room ha anche monitorato giornalmente 1173 ospiti delle case di riposo.

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