Arriva sui tavoli della Procura della Repubblica e al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri la scabrosa vicenda del ripascimento delle barene nella laguna di Chioggia, che -secondo i quattro esperti nominati dai commissari straordinari del Consorzio Venezia Nuova- durante i lavori per il Mose sarebbero state integrate non già con i previsti sedimenti del canal Lombardo esterno, bensì con l’apporto di materiale chimico inquinato e anche tossico per la salute, contenente cromo, nichel e altri metalli di scarto dalle lavorazioni industriali.
La tesi è contenuta nel dossier che i professori Marcomini, Ghetti, Focardi e Mattassi hanno consegnato ai commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, e ne dà notizia il Gazzettino di Venezia in edicola oggi: a essere coinvolte sono le zone del canale Bastia e del lago delle Saline, oltre a due agglomerati soffolti. I lavori erano stati compiuti dal 2012 al 2014 ed eseguiti dalle imprese di dragaggi Co.Ed.Mar. e San Martino: per rifare la barena sarebbero occorsi 300mila metri cubi di sedimenti fangosi, invece ne sono stati conferiti circa il 25%. Nelle attuali consistenze, il cromo supera di tre volte il limite consentito dalla legge, e anche il nichel oltrepassa comunque la soglia costituita dalla presenza del metallo nel fondo naturale della laguna.
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