mercoledì 28 novembre 2018

INSEDIATO IL TAVOLO REGIONALE CONTRO LA POVERTÀ, AL VIA IN VENETO IL PROGRAMMA REGIONALE DI INCLUSIONE SOCIALE

Diventa operativo in Veneto il piano regionale di contrasto alla povertà e di promozione della rete per l’inclusione sociale. Con l’insediamento del tavolo regionale, presieduto dall’assessora alle Politiche Sociali Manuela Lanzarin, si costituisce l’organismo politico e tecnico per la regìa degli interventi e il monitoraggio delle azioni territoriali. Il piano regionale di contrasto alla povertà, validato dal Ministero del Welfare ad agosto e ora in fase di attuazione, ha una dote finanziaria di 13.2 milioni dedicata al REI (reddito di inclusione) e di 1.3 milioni per i senza dimora. Inoltre, facendo perno sulle politiche per la casa, per l’infanzia, per l’occupazione e per il recupero degli sprechi alimentari, secondo una logica integrata di presa in carico delle persone e dei nuclei familiari, mette in movimento risorse complessive per quasi 100 milioni. Componenti del tavolo sono gli assessori regionali alle Politiche Sociali, al Lavoro e alla Sanità, l’Alleanza contro le Povertà, l’INPS (in quanto soggetto erogatore del REI), l’ANCI e i sindaci dei 21 ambiti territoriali regionali che corrispondono ai territori delle ex ULSS, nei quali ora il piano regionale dovrà essere declinato in chiave locale.
«Con l’insediamento dell’organismo di regìa – spiega l’assessora – abbiamo dato il via alla progressiva attuazione della programmazione regionale anti-povertà. Il tavolo regionale ha concordato regole, metodo, strumenti e linea politica di azione, trovando il pieno consenso in tutte le parti rappresentate. Ora spetta ai singoli territori organizzare la propria mappa di interventi, promuovere alleanze locali, valorizzare quanto si sta già facendo per aiutare persone e famiglie ad emergere dalla povertà e a riguadagnare lavoro, dignità e futuro. Le risorse ci sono, bisogna saperle impegnare al meglio, per promuovere progetti di comunità e di inclusione attiva. Il piano regionale per il contrasto alla povertà, frutto di un percorso partecipato con gli ambiti territoriali, l’ordine degli assistenti sociali, la banca mondiale e l’alleanza contro la povertà, dovrà innescare processi nuovi e generativi, affinché la stretta alleanza tra il pubblico e il privato sociale possa far crescere le comunità nella dimensione della solidarietà e della prossimità».
Secondo le statistiche, sono 870mila i veneti in condizione di povertà relativa (quasi un residente su 6), oltre 230mila quelli in povertà assoluta. Ad essere assistiti con il REI, vale a dire con l’assegno medio mensile di circa 240 euro in vigore in via sperimentale a livello nazionale dal 2017, in Veneto sono circa 25mila persone, per un totale di 8800 nuclei familiari. Dal 2013 il Veneto sperimenta inoltre una propria misura assistenziale, il reddito di inclusione attiva (RIA), che attiva i Comuni e tutti i servizi pubblici e privati del territorio su segnalazione dei servizi sociali. Nell’ultimo anno sono state circa 1500 le persone beneficiarie del RIA, con un crescente coinvolgimento diretto delle amministrazioni comunali (arrivate a 232), e un impegno finanziario per la Regione di 3.8 milioni. «In questa fase di grande incertezza sulla prosecuzione del REI e sul futuro reddito di cittadinanza, Comuni e associazioni del Veneto hanno sottolineato il buon esito del modello veneto del reddito di inclusione attiva», sottolinea l’assessora Lanzarin. «Un modello di presa in carico più flessibile e pragmatico rispetto al REI, orientato alla presa in carico della persona, nei suoi bisogni, ma anche di promozione delle risposte attive dell’interessato e del territorio».

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