«Non c’è sviluppo se non c’è infrastruttura tecnologica». Lo ha affermato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, partecipando oggi a Mestre ad un dibattito sullo stato di avanzamento del Piano strategico nazionale e sugli interventi previsti sul territorio veneto per la banda ultra larga. L’iniziativa è stata promossa dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, in collaborazione con la Regione.
«Il Piano di sviluppo della banda ultra larga – ha sottolineato Marcato - nasce dal confronto con il Ministero per lo Sviluppo Economico. Consentirà di realizzare in tutti i comuni veneti un’infrastruttura di rete che permetterà di fornire a tutti almeno i 30 Mbps, e in molte aree di realizzare un’infrastruttura in grado di abilitare i 100 Mbps. In tutti i Comuni veneti infatti è presente almeno una delle quasi 10mila aree bianche censite da Infratel, ovvero quelle definite a fallimento di impresa e non servite dagli operatori. Il bando è stato vinto da Open Fiber, la società attiva in tutto il territorio nazionale per costruire e gestire quest’infrastruttura in fibra ottica che rimarrà di proprietà pubblica».
Continua l'assessore: «Tra risorse del MISE e regionali, l’investimento complessivo è di circa 400 milioni. Si tratta di uno degli interventi di infrastrutturazione più rilevanti a livello europeo, con il quale prevediamo di coprire entro il 2020 l’intero Veneto con la banda ultra larga ad alte prestazioni, colmando così il gap esistente con le altre regioni. Il territorio veneto ha bisogno di questa infrastrutturazione. Siamo una delle regioni con la maggiore densità di imprese e una delle economie trainanti del Paese, ma paradossalmente non abbiamo ancora un’infrastruttura a banda ultra larga che sia all’altezza».
Conclude Marcato, rivolto ai rappresentanti di Open Fiber presenti all'incontro: «Tuttavia si sta evidenziando un ritardo nei lavori, che auspichiamo sia rapidamente recuperato e risolto. Il problema è stato ufficialmente sollevato dal Veneto anche in sede di Conferenza Stato-Regioni e con una lettera al ministro Di Maio per competenza».
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