Alla Direzione Ambiente della Regione Veneto è pervenuto un progetto per riattivare l’inceneritore di Fusina che aveva chiuso i battenti nel 2014. A chiedere la valutazione d’impatto ambientale è Ecoprogetto, partecipata del gruppo Veritas, che intende realizzare il termovalorizzatore più grande del Veneto con 374mila tonnellate annue di rifiuti trattati, fra biomasse legnose, CSS, fanghi e percolati di discariche.
«Non ci stiamo», esordisce Erika Baldin, vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale. «Il Veneto - continua Baldin - è una terra che sta differenziando molto, non si capiscono quindi le ragioni per un termovalorizzatore così grande, se non con l'arrivo di rifiuti da altre regioni. L'impianto dovrebbe trattare 90mila ton all'anno di fanghi, ma nel territorio interessato se ne producono appena 39 mila...
Da dove verranno gli altri fanghi? Mentre tutta Europa, grazie anche alla precisa direttiva del Parlamento di Bruxelles, sta andando verso la chiusura di questi sistemi, da queste parti si insiste con metodi vecchi e assai inquinanti. I sindaci interessati, dalla Riviera a Venezia, cosa dicono? La pianura padana per quanto riguarda l’inquinamento è in una situazione di allarme costante. Bruciare rifiuti e inquinare ulteriormente è da incoscienti! Noi del Movimento 5 Stelle non lo permetteremo. Pensiamo invece sia necessario che tutte le Regioni operino cambiamenti nei cicli produttivi, facendoli diventare virtuosi attraverso buone pratiche ecologiche -che diventano anche economiche- e iniziando a differenziare ulteriormente con il riciclo, come chiede l’ONU nell’Agenda 2030».
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