lunedì 11 febbraio 2019

MESTRE, CENTO INTERVENTI CON LA IORT ALL'ANGELO PER SCONFIGGERE I TUMORI AL SENO

Cento interventi con la IORT, la “radioterapia intraoperatoria”, all’Ospedale dell’Angelo: “Acquistata dalla nostra Ulss 3 Serenissima nel 2015 – evidenzia il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – questa strumentazione di eccellenza per la terapia del tumore al seno viene utilizzata con sempre maggiore frequenza. Dai venti interventi annui del 2016 e del 2017 siamo passati ai 34 interventi dello scorso anno, e ora ci prepariamo al centesimo utilizzo: quest’anno sono in media una alla settimana le donne che, operate al seno, vengono contemporaneamente trattate anche con la IORT, e non devono poi sottoporsi al lungo e faticoso ciclo di radioterapia postoperatoria”.

“Utilizzare la ‘radioterapia intraoperatoria’ significa in sostanza – spiega il Primario di Radioterapia Oncologica Imad Abu Rumeileh – concentrare nel tempo dell’intervento anche il trattamento radioterapico: non appena il chirurgo ha rimosso il tumore, infatti, il cono della IORT dirige nella sede dell’intervento la dose di radioterapia necessaria a ‘bonificare’ la mammella operata. Il trattamento con la IORT dura dai venti ai quaranta minuti, dopo i quali il chirurgo procede a richiudere la parte operata”. In altre parole, il letto tumorale viene “sterilizzato” prima del termine dell’intervento chirurgico con un’irradiazione diretta in loco; e questa particolare irradiazione sostituisce la radioterapia convenzionale post-operatoria che normalmente si pratica sull’intera ghiandola mammaria, attraverso un ciclo di sedute che si protrae normalmente per 4-5 settimane.

“La IORT ci impone – aggiunge il direttore della Breast Unit, Guido Papaccio – la massima sinergia tra specialisti nella programmazione dell’intervento: per praticare la radioterapia intraoperatoria il chirurgo è infatti affiancato dal radiologo, dal radioterapista oncologo, dal fisico medico e dai tecnici di radiologia medica, oltre ovviamente dagli anestesisti: tutti questi operatori, ognuno per le proprie competenze specifiche, assicurano la qualità del trattamento”.
Partecipa ad ogni intervento praticato con la IORT anche lo specialista anatomopatologo: “Il tumore asportato dal chirurgo – spiegano gli specialisti dell’Ulss 3 – viene inviato immediatamente alla nostra Anatomia Patologica; viene analizzato in tempo reale, e il via definitivo all’utilizzo della IORT sulla mammella aperta è dato proprio dopo dall’anatomopatologo dopo l’analisi del tumore stesso”.

La IORT quindi, insieme alla chirurgia oncoplastica e ricostruttiva, è uno dei punti di forza del lavoro della Breast Unit dell’Ulss 3, che si offre come centro di eccellenza per il trattamento della patologia mammaria: tali risultati sono possibili  solo grazie alla collaborazione dei diversi specialisti degli Ospedali di Chioggia, Dolo, Mirano e Venezia: tutte le strutture fanno parte del Gruppo Oncologico Multidisciplinare Provinciale, in cui vengono discussi settimanalmente i diversi casi clinici, nello specifico anche quelli delle pazienti candidabili a IORT, garantendo la correttezza dei casi eleggibili e programmandone il trattamento presso il centro HUB (Ospedale dell’Angelo).
Entro il mese di febbraio si realizzerà all’Ospedale dell’Angelo il 100.mo intervento chirurgico con l’utilizzo della IORT; saranno quindi cento le donne che ne avranno ottenuto i vantaggi, dopo essere state giudicate idonee al trattamento secondo il protocollo scientifico internazionale che fa capo all’University College di Londra e che ne valuta l’appropriatezza.

La IORT – “radioterapia intraoperatoria” – consiste nell’inserimento nella cavità chirurgica, subito dopo l’asportazione del tumore, di un applicatore contenente la sorgente di raggi X. Attorno all’applicatore il chirurgo avvolge il tessuto mammario peritumorale, che verrà così adeguatamente e omogeneamente irradiato per un tempo medio di circa 30 minuti. Al termine del trattamento, l’applicatore e la fonte di energia vengono rimossi ed il chirurgo procede alla sutura della breccia operatoria”.
La IORT, intesa come strumentazione, è in sostanza una sorgente miniaturizzata di raggi X, paragonabile ad un acceleratore lineare in miniatura, portata al tavolo operatorio da un braccio robotizzato. “La radiazione viene prodotta dalla sorgente miniaturizzata, ed è emessa sfericamente – spiega la dottoressa Sonia Reccanello, Primario di Fisica Medica dell’Angelo – dalla punta di una sonda ad ago, del diametro circa tre millimetri; speciali applicatori di forma sferica, di dimensioni adeguate rispetto a quelle del tumore asportato, vengono posti sulla punta irradiante, cosicché il tessuto peritumorale possa essere avvolto attorno alla sorgente. Questo garantisce una distribuzione uniforme della radiazione sull’intera cavità chirurgica”.

Nei trattamenti radioterapici è molto importante “conformare” la radiazione ai tessuti malati, e questa operazione richiede lunghi studi personalizzati su ciascun paziente con sorgenti esterne di radiazioni; con la IORT abbiamo invece la conformazione del tessuto stesso alla radiazione, e questo consente di irradiare dall’interno e uniformemente tutti i punti della cavità chirurgica.

I vantaggi della radioterapia intraoperatoria sono importanti:
- la donna operata di tumore che risulta idonea riceve, con la IORT, un’unica dose di radioterapia, contemporanea all’atto chirurgico. La strumentazione permette di irradiare con precisione la cavità da cui è stato asportato il tumore;
- dopo l’intervento, non è più necessario che la donna operata ritorni al Reparto di Radioterapia, per i numerosi trattamenti previsti dalla radioterapia tradizionale (circa 20/25 sedute).

Il trattamento con la IORT è considerato appropriato per donne che rispondano a determinate caratteristiche, stabilite da un protocollo scientifico internazionale; per queste donne la ‘radioterapia intraoperatoria’ è un’indubbia opportunità: l’unica seduta radiante effettuata durante l’intervento, infatti, permette una miglior gestione della paziente, riducendone inoltre lo stress psicofisico.

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