I porti di Venezia, Ravenna e Trieste cercano nuove vie al commercio nell’Adriatico, e le stanno trovando nei capitali cinesi. Ieri infatti è stato firmato ad Atene un protocollo d’intesa finalizzato a moltiplicare i traffici tra lo scalo lagunare e quello del Pireo, controllato dalla holding asiatica Cosco, mentre i dirigenti di Ravenna hanno già stabilito legami con la China Merchants Group, ospitandone la sede europea dopo un incontro del sindaco De Pascale a Hong Kong, verso il progetto di hub portuale che verrà sostenuto da fondi con gli occhi a mandorla. E anche Trieste ha già compiuto passi in quella direzione.
Lo riporta Il Foglio, quotidiano diretto da Claudio Cerasa, nell’articolo odierno a firma di Giulia Pompili: il presidente dell’Autorità Portuale di Sistema per l’Adriatico settentrionale, Pino Musolino, ha ricordato come sia «preferibile mettere le società pubbliche in condizione di lavorare meglio, anziché procedere a privatizzazioni dei porti attraverso società per azioni messe sul mercato, dal momento che in tal caso le imprese cinesi farebbero un lauto pasto». La preferenza esplicitata da Musolino va tuttavia all’alveo euro-atlantico, ed essendo ai vertici amministrativi anche del Porto di Chioggia è naturale che valuti con interesse all’ipotesi di terminal intermodale d’altura VGate che, previa valutazione d’impatto ambientale, potrebbe essere installata al largo di Isolaverde per evitare il collasso del trasporto di container entro la laguna, fortemente limitato dal regolamento del Mose.
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