venerdì 26 ottobre 2018

PROCESSO LAGUNA RESET: CHIESTI COMPLESSIVAMENTE 60 ANNI DI CARCERE PER I 40 VONGOLARI ACCUSATI DI PESCARE IN ACQUE INQUINATE

Arriva alle fasi cruciali il processo Laguna Reset, che vede coinvolti almeno 40 vongolari di tutta la laguna per fatti inerenti al 2014, quando la Guardia di Finanza li sorprese a pescare in acque palesemente inquinate. Nell’aula bunker di Mestre, ieri il sostituto procuratore Giorgio Gava ha chiesto condanne per complessivi 60 anni di reclusione: il reato ipotizzato è frode commerciale, con sanzioni per oltre 735mila euro e confische per quasi mezzo milione. La causa ha finora portato in carcere 7 persone, 17 agli arresti domiciliari, 16 con obbligo di dimora e ne ha indagate 120: la rasca e le turbosoffianti erano entrate in azione al Tronchetto, a Fusina, a Campalto, alle Giare e negli scarichi delle fabbriche di Porto Marghera. I prodotti poi sarebbero finiti sulle tavole delle regioni meridionali, senza alcuna documentazione sanitaria dell’origine. La truffa riguarda anche la quantità del pescato, annotato con cifre dimezzate rispetto a quelle reali. Fra i 40 caparossolanti coinvolti, 14 sono chioggiotti (con richieste di condanna attorno all’anno di reclusione) e molti di Cavallino-Treporti, con pene più pesanti. Circa trenta imputati hanno già scelto la strada del patteggiamento o del rito abbreviato per uscire anticipatamente dal processo. Si attendono ora le requisitorie della difesa e la sentenza del collegio giudicante.

Nessun commento:

Posta un commento