giovedì 10 marzo 2016
DUECENTO VENETI AL TRIBUNALE DI PADOVA IN SOLIDARIETA' AL MACELLAIO DI LEGNARO
Circa duecento manifestanti veneti hanno atteso, stamattina al tribunale di Padova, l'uscita di Walter Onichini dalla deposizione davanti al giudice per le udienze preliminari, che doveva decidere se rinviarlo a giudizio per il tentato omicidio di Elson Ndreca, malvivente albanese che assieme a tre compari stava rubando l'automobile di Onichini, davanti alla sua abitazione a Legnaro nel luglio 2013. Il macellaio aveva sparato con un fucile a pompa, ferendo il giovane e caricandolo nell'auto, prima di abbandonarlo sulla strada pare a seguito di ulteriore aggressione. Il processo è stato poi rinviato al prossimo 26 maggio.
«Massima solidarietà a Walter, ennesima vittima veneta contro cui la giustizia italiana si accanisce», dice Michele Favero, primo consigliere e portavoce di Indipendenza Veneta «dopo Ermes Mattielli e Franco Birolo che hanno difeso la propria famiglia, mentre ladri e criminali vengono lasciati impuniti. Questa giustizia fa schifo, le leggi sono fatiscenti, funzionano solo le forze dell'ordine». Favero rincara la dose analizzando la situazione: «Stanno portando via le banche, distruggendo 29mila aziende dal 2008 al 2013, incarcerano chi si difende: quale futuro abbiamo con l'Italia? L'indipendenza del Veneto è l'unica cosa possibile per riscattare il popolo dalla convivenza di 150 anni con uno Stato baro e fallito». L'esponente indipendentista ne ha anche per l'ente Regione, guidata dal leghista Luca Zaia: «Non è mai vicina ai propri cittadini, dal territorio. Cosa manca ancora ai veneti indolenti per ribellarsi?». Il sentimento di solidarietà alle vittime di furti o rapine che decidono di farsi giustizia da sé -anche per la paura istantanea di venire colpiti per primi- è sicuramente in crescita fra i veneti, cui di recente ha prestato attenzione e comprensione il vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo, con un intervento molto dibattuto nel settimanale diocesano. Ma la presa di posizione dei venetisti è anche un segnale che la battaglia per l'autonomia non è sopita, anche ora che la Lega di Salvini pare aver scelto altri lidi (nazionali e globali) per la propria iniziativa politica, rispetto a quando propugnava il federalismo.
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