La Guardia di Finanza di Venezia ha proceduto all’arresto in flagranza di reato di un soggetto italiano sospettato di gestire una piantagione di marijuana a Vigonza (PD) in un campo che costeggia l’autostrada A4 Venezia Milano. Contestualmente si è proceduto a sequestrare e successivamente, previo prelevamento di campioni, a distruggere oltre 3.000 piante di canapa indiana con alto valore di THC e 113 kg di marijuana pronta ad essere commercializzata per finalità illecite.
L’attività si è sviluppata a seguito dei periodici controlli effettuati dai militari del Gruppo di Tessera presso i corrieri espressi operanti nell’aeroporto di Venezia, finalizzati alla repressione di illeciti in genere, tra cui l’importazione di sostanze stupefacenti. In particolare, nel corso della verifica di una spedizione, recante come mittente un mail box spagnolo e come destinatario un cittadino italiano residente a Padova, sono state individuate due distinte spedizioni recanti involucri di cellophane trasparente termosaldati e sottovuoto che a loro volta contenevano semi di cannabis.
I preliminari accertamenti svolti dai Finanzieri avevano sin da subito evidenziato come tale qualità di cannabis fosse tra le più ricercate sul mercato europeo per l’elevato contenuto del principio attivo del tetraidrocannabinolo (comunemente conosciuto come THC).
Veniva quindi interessata la Procura della Repubblica di Padova e coinvolta la Sezione GOA del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario di Venezia, quale unità del Corpo specializzata nella lotta al traffico di stupefacenti, che – unitamente ai colleghi di Tessera – ha svolto mirati accertamenti sul destinatario delle spedizioni.
Veniva quindi accertato come lo stesso, a inizio marzo del corrente anno, avesse affittato un fondo agricolo nel Comune di Vigonza (PD) per una superficie totale di mq 25.000 con due capannoni (di circa mq. 3.500).
Le successive attività di osservazione e pedinamento del destinatario delle spedizioni, peraltro già con precedenti di polizia specifici nel settore degli stupefacenti, condotte dai militari della Guardia di Finanza di Venezia, permettevano di individuare il luogo di dimora del soggetto, gli automezzi utilizzati dallo stesso per gli spostamenti e di verificare come il predetto fosse il reale gestore del fondo agricolo.
I Finanzieri riuscivano, in maniera occulta, anche a verificare la presenza di migliaia di piante nello stesso fondo a diverso stato di maturazione e di riscontrare la predisposizione di un articolato sistema di irrigazione. Al momento dell’irruzione delle Fiamme Gialle veneziane, il soggetto indagato era intento a trasportare alcune piante, estirpate dal terreno, nel magazzino per procedere alla relativa lavorazione: prima venivano appese per farle essiccare e quindi venivano sfrondate per ricavarne così l’inflorescenza da commercializzare come stupefacente.
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