Il dossier segna l'inizio di un cambio di rotta nelle indagini ambientali e climatiche, che l'associazione svolge dal 1980, analizzando ora, anche a livello locale oltre che globale, i fenomeni che hanno caratterizzato gli ultimi decenni in maniera esponenziale: gli eventi più aspri riguardano strettamente i territori, e come essi reagiscono, con "l'obiettivo di salvare le persone e ridurre l'impatto economico, ambientale e sociale dei danni provocati".
Il dossier è incentrato sul tema dell'acqua, che quando trascurato, può diventare un pericolo per le persone e creare danni rilevanti agli spazi urbani e all'agricoltura (fra le prime fonti per l'economia della Regione Veneto): è il caso del pericolo PFAS tra Vicenza, Padova e Rovigo e il lotto d'acqua minerale ritirato pochi giorni fa dalla San Benedetto di Scorzè.
Senza contare il fatto che la Pianura Padana trova fondamento nella sedimentazione di detriti portati dalle correnti fluviali: lungo i corsi dei sette fiumi, tra cui il Brenta, insistono numerose imprese che non sempre sono a norma o prestano attenzione allo smaltimento dei loro scarichi nelle acque che arrivano a valle o alla foce.
Ridurre l'inquinamento da polveri sottili non è la sola priorità se non si attua anche una serie di politiche ambientali a tutti i livelli, come il Piano nazionale contro le alluvioni del maggio 2017 prevede con interventi progettati e già finanziati.
La Riviera del Brenta lo sa bene, avendo affrontato su di sé le conseguenze di questi sconvolgimenti con la tromba d'aria classificata tornado EF4 nel 2015 a Dolo e nei Comuni limitrofi.
Ma è anche l'intero Veneto a subire le conseguenze nel breve periodo poiché si sono registrate 161 alluvioni, 21 frane e altrettante valanghe/erosioni, oltre ai danni riportati alle linee ferroviarie nel 2013 e 2014 per le piogge intense.
In totale sono 198 i Comuni interessati da questi fenomeni e censiti da Cittaclima.it, l'osservatorio di Legambiente.
Nella parte finale dell'analisi sull'acqua, Legambiente fa riferimento al piano in fase di realizzazione ossia l'intervento sulla rete idraulica del Bacino Lusore, con completamento del corridoio ecologico di transizione tra l'area agricola ed area industriale di Porto Marghera e con opere idrauliche per messa in sicurezza dell'area, razionalizzazione urbanistica e completamento risanamento igienico.
Fonte: https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/citta-e-clima-indagine-2018-di-legambiente
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