Si sono radunati all'Arsenale e hanno proceduto fino alla Riva dei Schiavoni tra canti, slogan e striscioni, i duemila veneziani del centro storico che ieri mattina hanno inscenato il corteo dal titolo "Mì no vado via", per protestare verso la disattenzione del Comune e di altri enti alle questioni specifiche della città insulare, dalla residenza all'esplosione del turismo fai-da-te. Convocata dal Gruppo 25 Aprile e da altre associazioni di base, senza bandiere politiche anche se con l'adesione di vari gruppi organizzati (come Possibile), la manifestazione ha raccolto per strada ulteriori presenze e ha fatto sentire la voce di tante e tanti veneziani che si sentono quasi d'impiccio a volontà superiori atte a trasformare il più bel centro storico del mondo in un divertimentificio a uso dei turisti mordi e fuggi. Ma Venezia è abitata soprattutto dai veneziani, nati e cresciuti qui, che reclamano attenzione, politiche dei prezzi, tutela degli edifici e del patrimonio, un occhio di riguardo nelle linee dei vaporetti, la possibilità di vivere con un adeguato spazio per tutti e di tornare a popolare le case sfitte, di installarvi attività professionali e artigianali, di tenere qua i propri giovani. In una sola parola, di non andare via.
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