lunedì 26 giugno 2017

INCONTINENZA, PATOLOGIA SOTTOVALUTATA: AL CIVILE VISITE DI PREVENZIONE

L’incontinenza porta con sé ansia e depressione, finendo così per incidere pesantemente sulla qualità e quantità di vita; nonostante questo, e nonostante la diffusione della disfunzione, solo una minoranza di persone, vincendo imbarazzo e vergogna, si rivolge ad un medico. Eppure in molti casi la malattia può essere curata con successo, attraverso la rieducazione perineale, i farmaci, le infiltrazioni locali, la chirurgia mininvasiva. L’obiettivo della Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza, che si celebra mercoledì 28 giugno, è quindi quello di aumentare la consapevolezza delle cure nei cittadini, nelle istituzioni e anche nei professionisti socio sanitari, affinché l’Incontinenza sia correttamente diagnosticata e curata. La Giornata, promossa dalla Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico (FINCOPP) e dal Ministero della Salute, con la collaborazione dell’Associazione Italiana Stomizzati (AISTOM), è organizzata con il sostegno delle Aziende sanitarie e riguarderà 50 ospedali italiani che apriranno le porte ai cittadini per informare e diagnosticare gratuitamente il disturbo, che colpisce nel nostro Paese, con 5 milioni di persone (uomini e donne) anche in giovane età, colpite dall’incontinenza, senza risparmiare i più piccoli, visto che a 7 anni colpisce 1 bambino su 10. Martedì 28 giugno, in occasione della Giornata, l’Ospedale Civile di Venezia attiverà un ambulatorio a cui potranno accedere, per un controllo, uomini e donne chen presentino problemi di incontinenza. L’ambulatorio, il n. 6 al primo piano del Padiglione Semerani, sarà attivo dalle 8.30 alle 12.45 e riservato alle prime 18 persone che prenoteranno la visita telefonando allo 041.5295718 (dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30). Non occorre l’impegnativa del proprio medico. Le visite urologiche saranno effettuata dal dottor Stefano Lai, specialista in Urologia, e dalla sua équipe. L’incontinenza, un disturbo “al femminile” L’incontinenza urinaria è una patologia che colpisce in particolare le persone oltre i 65 anni, ma può interessare anche fasce di età inferiori ai 60 anni. Ad essere maggiormente vittima del disturbo è il genere femminile: ne soffre il 26% delle donne tra i 35 e 60 anni e il 57% delle donne tra 45 e 65 anni. La forma più comune della patologia è l'incontinenza da sforzo che insorge per aumenti della pressione addominale, come dopo un colpo di tosse o uno starnuto, senza contemporanea attività del muscolo vescicale. E’ frequente nella donna – in seguito ad una alterazione dei meccanismi di sospensione e supporto dell'uretra e della vescica, come può accadere dopo la gravidanza, parti successivi, in particolar modo se complessi, menopausa ed invecchiamento, traumi perineali e chirurgici, carenze ormonali, uretriti croniche, problemi di postura del rachide e del piccolo bacino – mentre nell'uomo può manifestarsi dopo interventi chirurgici alla prostata, può infine presentarsi in caso di malattie neurologiche.
Il trattamento dell'incontinenza urinaria da sforzo deve essere adeguato per ogni singolo paziente, in particolare nelle pazienti donne. Dopo un esame obiettivo specialistico, una valutazione radiologica e talora funzionale dell’apparato urinario, è possibile utilizzare vari approcci terapeutici. Può essere utile una terapia farmacologica (estrogeni) e/o una terapia riabilitativa (fisiochinesiterapia) allo scopo di migliorare il tono della muscolatura pelvica. E’possibile anche l’opzione chirurgica, e da alcuni anni sono state introdotte tecniche chirurgiche mini-invasive, ben tollerate, con ricoveri brevi ed ottime percentuali di successo. Più rara è l’incontinenza da urgenza, che dà sensazione di impellenza ad urinare con desiderio improcrastinabile già a bassi riempimenti vescicali: può essere espressione di instabilità del muscolo vescicale, come nella cistite acuta o in caso di malattie neurologiche. In tali casi può essere indicata la terapia farmacologica per inibire le contrazioni muscolari instabili, mediante l'uso di farmaci orali, transdermici o iniettivi vescicali (botulino).

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