giovedì 3 ottobre 2019

INCENERITORE DI FUSINA: IL COMITATO AMBIENTALISTA OPZIONE ZERO, "VERITAS SMENTISCE SE STESSA"

Il comitato Opzione Zero all'attacco di Veritas per quanto riguarda la questione dell'inceneritore di Fusina. «La società multiutility smentisce se stessa», si legge in una nota degli ambientalisti. «I dati forniti da Opzione Zero - continua il testo - sono esattamente quelli che Ecoprogetto ha riportato nella documentazione tecnica presentata ai fini dell’autorizzazione unica regionale. Se Veritas non riconosce i suoi stessi numeri, due sole sono le possibilità: o la società sta deliberatamente creando confusione, oppure non sa ciò che la sua partecipata Ecoprogetto ha formalmente richiesto alla Regione del Veneto. In entrambi i casi si tratta di dichiarazioni prive di fondamento, rilasciate da una società pubblica. Sarebbe il caso che i soci di Veritas, e cioè i Comuni del Veneziano, prendessero i provvedimenti del caso».

In merito alla sostanza, nella documentazione tecnica si legge:

1) Per quanto riguarda le linee 1 e 2 di incenerimento, rispetto ad una situazione attualmente autorizzata che prevede solo l’utilizzo di biomassa da sottoprodotti vegetali per 150mila tonnellate per anno, Ecoprogetto chiede di poter bruciare in più:

- 150mila tonnellate per anno di combustibile da rifiuti, «dunque - rileva Opzione Zero - 3 volte tanto di quello attualmente prodotto dalla medesima società (circa 55mila tonnellate nel 2018) e ben più della produzione di CSS a livello regionale (circa 94mila tonnellate nel 2017 – fonte ARPAV);

- 150mila tonnellate per anno di rifiuti di origine organica, precisamente i rifiuti identificati dai codici CER200201 (rifiuti urbani biodegradabili derivanti da giardini e parchi), CER200138 (rifiuti urbani costituiti da legno privo di sostanze pericolose e derivante da raccolte differenziate), CER150103 (rifiuti speciali costituiti da imballaggi in legno), CER191207 (rifiuti speciali costituiti da legno non contenente sostanze pericolose, derivato da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell'acqua e dalla sua preparazione per uso industriale), CER 020103 (rifiuti speciali costituiti da scarti di tessuti vegetali prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti). Si tratta di categorie di rifiuto non contenenti sostanze pericolose, dunque potenzialmente riciclabili;

- 30mila tonnellate per anno di fanghi essiccati derivati da impianti di depurazione civile e dal trattamento di percolati da discarica.

2) Nella nuova linea di incenerimento 3, Ecoprogetto chiede di poter bruciare fino a 30mila tonnellate per anno di CSS e 14mila tonnellate per anno di fanghi essiccati. In totale dunque le 3 linee possono bruciare fino a 374mila tonnellate per anno di rifiuti, alla faccia dell’"autosufficienza energetica.

3) Per quanto riguarda la parte dell’impianto dedicata al trattamento dei rifiuti in ingresso, Ecoprogetto chiede alla regione di poter:

- ricevere fino a 450mila tonnellate per anno di rifiuto urbano residuo, dal quale ricavare CSS oltre ad altre frazioni riciclabili, rispetto alle 258mila tonnellate oggi autorizzate. Nl 2017 la quantità di rifiuto urbano residuo avviato a trattamento in tutto il Veneto si è attestato su un livello di 378mila tonnellate (fonte ARPAV);

- inoltre -e questa è una novità- chiede di poter ricevere fino a 90mila tonnellate l'anno di fanghi da depurazione civile e 40mila tonnellate annue di percolati da discarica. Dopo il trattamento di condensazione ed essiccazione, si dovrebbero ottenere dai primi 30mila tonnellate di sostanza secca e dai secondi una quantità non meglio precisata (ma presumibilmente stimabile in 13mila tonnellate) di sostanza secca.


Da queste informazioni fornite da Ecoprogetto, Opzione Zero evince che «le argomentazioni dei vertici di Veritas non reggono minimamente. Tanto più che gli impianti già presenti in Veneto in grado di accogliere il CSS prodotto nell’impianto di Fusina hanno ancora ampio margine. Veritas abbia il coraggio di dire le cose come stanno e di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, di fronte a quei cittadini di cui dovrebbe tutelare gli interessi, ecologici ed economici, nell’ambito del servizio svolto».

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