lunedì 11 dicembre 2017

BOLKENSTEIN, IL M5S: "GRAVISSIME RIPERCUSSIONI SU TRADIZIONE E QUALITÀ DEL COMMERCIO AMBULANTE". DOMANI SERA DI MAIO A MESTRE

La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Erika Baldin torna a difendere il commercio ambulante e i mercati veneti dalla direttiva Bolkestein. Baldin sarà domani al convegno organizzato dal M5S per approfondire l'argomento con il vicepresidente della Carema dei Deputati, Luigi Di Maio, e con il Goia – Gruppo Organizzato Indipendente Ambulanti. L'incontro si terrà alle 19.30 all'hotel Russott di via Orlanda a Mestre: saranno presenti anche l'onorevole Ivan Della Valle, Giancarlo Nardozzi -presidente nazionale del Goia- e il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Cristian Sergo. La consigliera regionale sta portando avanti una lunga e difficile operazione in consiglio regionale per tutelare il commercio su area pubblica e gli ambulanti: ha già formalizzato due mozioni, una delle quali è stata approvata dall'assemblea regionale veneta: il consiglio ha ritenuto di approvare il provvedimento proposto dall'esponente stellata, che chiedeva di escludere dalla direttiva Bolkestein il commercio su area pubblica e gli ambulanti. «Il commercio su area pubblica e gli ambulanti devono essere esclusi dalla direttiva Bolkestein», ribadisce Baldin. «La scelta del legislatore italiano di attuare la direttiva prevedendo nella propria legislazione di recepimento una specifica applicazione della disciplina del commercio sulle aree pubbliche rischia di determinare l'esposizione dei mercati rionali, condotti da imprese familiari, alla speculazione delle multinazionali della grande distribuzione. Questo passaggio porterebbe gravi ripercussioni sulla natura, sulla tradizione e sulla qualità del commercio ambulante. Il numero delle famiglie occupate nel settore del commercio sulle aree pubbliche, il valore delle licenze a suo tempo pagate all'erario pubblico e l’importanza dell’indotto collegato – conclude la consigliera regionale - devono indurre il legislatore a rivedere l'applicazione dei principi enunciati dalla direttiva Bolkestein».

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