La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin chiede la sospensione dell'iter in corso per la riaccensione dell'inceneritore di Fusina. «Anche in questi giorni, così delicati, la Regione sta portando avanti il nuovo progetto dell'inceneritore di Fusina. Chiedo la sospensione dell'iter in corso, perché i cittadini devono essere messi nelle condizioni di poter esprimere il proprio dissenso», esordisce l'esponente stellata.
Baldin paventa l'ampliamento e aggiornamento tecnologico del polo dei rifiuti:
«Sono preoccupata, perché mi sono giunte voci che parlano di una possibile autorizzazione in commissione VIA regionale attesa per il mese di maggio. Per questo ho già contattato il Ministero dell'Ambiente, allo scopo di stabilire lo stop alla procedura».
Le dimensioni del progetto richiedono infatti un'autorizzazione della Commissione di Impatto Ambientale nazionale: «Non basta solo quella regionale se si superano i 50 megawatt», continua Baldin.
«Il sovradimensionamento dell'impianto - prosegue la consigliera dell'opposizione - è una delle questioni principali, inutile che i promotori raccontino le solite favole: con le nuove capacità previste (per la produzione di combustibile solido secondario si passa dalle attuali 258mila tonnellate/anno a 450mila tonnellate/anno), l'impianto sarebbe mezzo vuoto se bruciasse solo le 160mila tonnellate/anno del bacino veneziano, che ha un trend in costante calo.
Quindi che faranno? L'ovvia risposta è che porteranno a bruciare qui, in laguna, in piena zona di interesse ambientale, i rifiuti di altre regioni». Conclude il M5S:
«Ho già presentato una mozione in Regione, ma non mollo. I comitati, i cittadini, tutti i Comuni contrari chiedono che non si abbassi la guardia: il nuovo impianto potrà trattare anche fanghi contaminati da PFOA e PFAS, e non possiamo permetterlo. Il futuro è con meno rifiuti prodotti, non con bestioni sotto casa che ne bruciano sempre di più».
Per me l'azione, come l'ho letta, è giusta. Ritengo però che ogni decisione debba essere presa valutando costi-benefici, ovviamente privilegiando gli aspetti ambientali e non di carattere ideologico che spesso fanno più male del male che si vuol curare.
RispondiElimina