L'emergenza Covid-19 non ferma i chirurghi dell'ospedale mestrino dell'Angelo. Nei giorni scorsi un’équipe composta per l'occasione da specialisti delle diverse branche ha asportato un tumore maligno dalla mandibola di una paziente, che è stata poi ricostruita utilizzando una parte ossea prelevata dal perone della gamba sinistra.
«L'intervento è durato circa otto ore - sottolinea il direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima, Giuseppe dal Ben - e certifica come tutto quanto abbia carattere di urgenza, anche operazioni chirurgiche di particolare complessità, continua ad essere garantito. Le professionalità di alto livello degli ospedali hub, come l'Angelo di Mestre, restano al servizio dell'utenza e all'utenza garantiscono, in condizioni di assoluta sicurezza, la loro capacità di affrontare in sinergia ogni caso urgente e complesso. È un segno di continuità, un segno che sa rassicurare".
Alla giovane paziente, i chirurghi dell'Angelo hanno innanzitutto asportato la grave neoplasia che aveva aggredito la mandibola: «Si è proceduto quindi - spiega il dottor Roberto Spinato, specialista di tumori di testa-collo, che ha guidato l'intervento - proprio in vista della ricostruzione della mandibola, con il prelievo del necessario materiale osseo dal perone, una delle ossa della gamba della paziente stessa. Si tratta di una procedura complessa, che continua a rappresentare una sfida per i chirurghi, e che richiede la partecipazione all'intervento degli otorinolaringoiatri, dei chirurghi maxillo-facciali e i chirurghi plastici».
Hanno infatti operato assieme il dottor Doriano Politi, direttore del reparto di Otorinolaringoiatria dell'Angelo, il dottor Michele Franzinelli, primario del reparto di Chirurgia maxillo facciale, e il dottor Alessandro Morelli, che guida la Chirurgia plastica mestrina; prezioso il contributo del dottor Luigi Barzan, già primario di Otorinolaringoiatria a Pordenone ed esperto di chirurgia oncologica.
«Dopo l'asportazione della neoplasia mandibolare - continua il dottor Spinato - si è quindi dato seguito alla ricostruzione della stessa, con osso prelevato con paletta cutanea dall’arto inferiore sinistro della paziente. È stato infine necessario realizzare la microanastomosi tra vasi del collo, cioè carotide esterna e giugulare interna, e vasi della gamba»: in altre parole, è stato necessario ricostruire i collegamenti tra i condotti sanguigni, per garantire una vascolarizzazione autonoma della mandibola così ricostruita.
L'intervento è riuscito come da attese. A distanza di poco più di dieci giorni dalla complessa operazione chirurgica la paziente ha già ripreso ad alimentarsi e verrà dimessa prossimamente. «Nonostante da più di quaranta giorni il personale medico ed infermieristico dell'ospedale si trovi ad affrontare la gravissima emergenza sanitaria legata al Covid-19 - conclude il dottor Spinato - il gruppo multidisciplinare del progetto per le chirurgie integrate di testa-collo ha potuto operare in piena efficienza, e ha quindi garantito alla paziente il più elevato standard di cura: non solo l’asportazione radicale del tumore, ma anche il migliore esito quanto alla funzionalità mandibolare e quanto al miglioramento della qualità della vita dal punto di vista estetico, funzionale e psico-relazionale».
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