La paura del Covid-19 non deve far abbassare la guardia rispetto al rischio infarto. «Chi ha sintomi da angina instabile – dice il primario del reparto di Cardiologia dell'ospedale di Mirano, dottor Salvatore Saccà – non li trascuri e non corra rischi, e metta da parte il timore del Coronavirus: in ospedale non corre rischi di contagio, e lontano dall’ospedale rischia invece la morte per infarto».
Il primario lancia questo appello poiché, assieme alle altre unità operative di Cardiologia del Veneziano, ha notato in questo periodo di emergenza da Coronavirus una drastica riduzione degli accessi dei cittadini con sintomi da angina instabile, ovvero l’anticamera dell’infarto. «Nel primo trimestre dello scorso anno – ha detto il medico – avevamo registrato in reparto una media di 30 accessi al mese per tali sintomi, mentre nel marzo di quest'anno siamo arrivati addirittura a registrare un numero di accessi dimezzato. Credo che il motivo sia in gran parte imputabile al fatto che la gente temporeggia fino all’ultimo, e non si rivolge alla struttura ospedaliera ai primi sintomi, come invece faceva prima. Questo accade, io credo, per la paura di entrare in ospedale, che non è giustificata».
Nei giorni scorsi è stato trattato un paziente che, pur avendo sintomi, si è rivolto all'ospedale solo dopo tre giorni di malessere: ma l’angina instabile è una patologia pericolosa che può evolvere verso un infarto, oppure essere causa di aritmie cardiache potenzialmente mortali. «Anche se lievi, i sintomi non vanno trascurati – ha continuato il primario – e chi avverte un dolore toracico nelle sue varie forme, oppressione alla bocca dello stomaco, dolore al braccio, restringimento alla mandibola, tachicardia, deve subito di rivolgersi al Pronto Soccorso che lo indirizzerà immediatamente al reparto cardiologico».
Tuttavia, il direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima Giuseppe dal Ben chiede agli utenti di non accedere agli ospedali per le questioni rimandabili: «Garantiamo loro che, di fronte alla necessità di un accesso per urgenza, possono stare assolutamente tranquilli: in tutti gli ospedali, già dai Pronto Soccorso, sono stati creati percorsi sicuri per le urgenze, distinti da quelli specifici per i pazienti Covid-19. Come sono assicurati e protetti i percorsi attivi per le signore in gravidanza e per la parte materno-infantile, che non si può certo rimandare, così si accoglie e si opera in sicurezza per ogni altra urgenza: chi ha sintomi che possono fare pensare ad un infarto, quindi, non aspetti e si rivolga al proprio medico curante o al 118 per un accesso alle cure in piena sicurezza».
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