mercoledì 20 gennaio 2016

UNA NUOVA TERAPIA DEL DOLORE AGISCE SUI COMPORTAMENTI ANORMALI DEL SISTEMA NERVOSO

(20.01.16) Nella cura del dolore, non sempre il sistema nervoso è un alleato affidabile; a volte anzi si comporta in modo anomalo. E’ per questo che la medicina del dolore cerca e disegna nuove strategie terapeutiche, che “correggono” proprio le alterazioni della comunicazione del sistema nervoso. Lo spiega in termini scientifici il dottor Giuseppe Calcarella, Primario di Terapia Antalgica dell’Ulss 12: “La ricerca più recente – spiega – è giunta ad una nuova conoscenza della struttura e del funzionamento del sistema nervoso. Ora sappiamo che questo potente apparato di conduzione di informazioni dalla periferia al cervello, e di ordini dal cervello alla periferia, non è ‘neutrale’. E soprattutto non è affatto vero che i meccanismi nervosi ed immunitari abbiano come unico risultato il ripristino della funzione alterata e la guarigione. Al contrario, essi possono a volte suscitare dinamiche di mantenimento e di amplificazione degli effetti della lesione originaria; in certi casi, addirittura, il sistema nervoso produce effetti di vera e propria distruzione della sede somatica, cioè della ‘parte malata’, e questo accade, in alcuni casi, quando i meccanismi nervosi non riescono a ripararne la lesione, o non sono in grado di normalizzarne il funzionamento”. Questo progresso delle conoscenze ci ha portato a considerare le malattie non più esclusivamente come ‘degenerazioni d’organo’, ma anche come conseguenze di alterazioni della comunicazione nervosa tra sistemi, organi e tessuti. I medici, ed in particolare i medici che lavorano sul dolore come il dottor Calcarella, hanno sentito sempre più forte la necessità, a fianco degli schemi terapeutici tradizionali, di nuove “terapie neurali” capaci cioè di intervenire direttamente ed efficacemente sul piano della regolazione nervosa e neuro-immunitaria. “In molte malattie che generano dolore cronico – sottolinea il Primario Calcarella – è lo stesso sistema nervoso ad essere bersaglio di lesioni o alterazioni; si genera così un tipo particolare di dolore dal complesso trattamento, il ‘dolore neuropatico’. In altri casi delle malattie croniche degenerative, come l’artrosi, generano un vero e proprio ‘bombardamento’ di informazioni dolorose che alterano il funzionamento del sistema nervoso: questo fenomeno si chiama ‘sensibilizzazione centrale’ del dolore. In entrambi i casi si deve intervenire sul sistema nervoso per trattare il dolore che diventa esso stesso malattia con importanti ripercussioni sulla qualità della vita dei pazienti e un importante costo sociale”. Ne hanno parlato anche nel Congresso svoltosi nei giorni scorsi all’Hotel Monaco & Grand Canal a Venezia, dedicato proprio a questa branca della medicina che si chiama “neuromodulazione”. “Col termine ‘neuromodulazione’ – spiega il dottor Calcarella – viene oggi identificata quella vastissima materia medica che studia i processi nervosi implicati nella genesi delle malattie, e che applica le ‘terapie neurali’ per la loro correzione”. “Si tratta di un settore estremamente promettente della ricerca e della clinica – conclude il Primario – in rapidissima ascesa nell’interesse dei medici e dei malati in tutto il mondo, e che a Venezia ha visto in questi giorni gli esperti di livello nazionale a confronto sui progressi già compiuti e su quelli che si potranno compiere da qui in avanti nella cura del dolore”. Il Primario Calcarella: “Una nuova terapia del dolore agisce sui comportamenti anormali del sistema nervoso”

mercoledì 13 gennaio 2016

PER NON ANDARE DAL DENTISTA PER POCO CI LASCIA LE PENNE

13.01.16) Un mal di denti trascurato si trasforma in avventura da dimenticare. E’ stato necessario un intervento complesso, operato dai medici del Civile nei giorni delle scorse festività, per salvare in extremis un giovane ristoratore veneziano che, per il timore del dentista, aveva trascurato per anni i problemi della sua dentatura. “Aveva molti denti cariati – spiega il Primario di Otorinolaringoiatria di Venezia, Sandro Bordin – ma la paura lo teneva molto lontano dalla sedia del dentista. Praticava una specie di pericolosa cura ‘fai da te’: ripetutamente infatti si era curato con antibiotici di vario genere, e queste cure verosimilmente sottodosate avevano avuto il solo effetto di selezionare, nella sua bocca malata, dei germi particolarmente aggressivi e resistenti alle comuni terapie”. Nelle scorse settimane, la situazione era degenerata, con la comparsa di un ascesso proprio a ridosso dei numerosi denti cariati. A causa del dolore e della tumefazione, il paziente si era rivolto al Pronto Soccorso di Venezia, e ricoverato presso il Dipartimento Chirurgico. Proprio a causa delle improprie cure a cui si era sottoposto a casa, le terapie antibiotiche non hanno avuto effetto, e i medici hanno dovuto sottoporre il paziente a due interventi per l’evacuazione del pus, che si era raccolto sotto alla mandibola, per poi ricorrere ad un intervento particolarmente complesso: “A causa dell'infiammazione diffusa – racconta il dottor Bordin – il paziente non riusciva più ad aprire la bocca ed il gonfiore impediva l'uso delle fibre ottiche per l'intubazione. Respirava ormai con difficoltà e si è reso necessario un intervento di estrema urgenza. Abbiamo effettuato ‘al foto finish’ una tracheotomia, in condizioni difficilissime per le dimensioni taurine del collo e per la ipoossigenazione che si era determinata. Solo con tracheotomia abbiamo consentito al paziente di respirare per poi sottoporlo ad anestesia generale”. L'equipe del dottor Bordin – con l’anestesista rianimatore dottor Mulachiè, il chirurgo maxillo-facciale dottor Brunello e l’otorino dottor De Min – attraverso un intervento durato tre ore, ha quindi provveduto ad aprire tutte le sacche ascessuali del collo mettendo in sicurezza il paziente. “Da decenni – conclude il suo racconto il Primario Bordin – non vedevamo un caso come questo. La fobia del dentista prima e l’uso improprio di antibiotici poi avevano portato il paziente a conseguenze che potevano essere addirittura letali. Inutile dire che questa vicenda può servire a molti perché, per paura o trascuratezza, non ripetano gli stessi errori”. In particolare il Primario raccomanda attenzione quanto all’utilizzo degli antibiotici: usarli senza prescrizione, senza un dosaggio corretto o senza rispettare la posologia non solo non cura, spiega il dottor Bordin, ma può avere effetti assolutamente negativi.

sabato 2 gennaio 2016

DAL BEN INCONTRA I SINDACI E COMINCIA A LAVORARE CON LORO PER UNA BUONA SANITA'

Dal Ben incontra i sindaci e comincia a lavorare con loro per una buona sanità nella Ulss 13 Obiettivi: nuovo Ps e adeguamenti strutturali a Dolo, nascita di una rete di poli territoriali complementari agli Ospedali, investimenti tecnologici 2 gennaio: incontro coi sindaci dell’Ulss 13. Ha cominciato già da subito il neo direttore Giuseppe Dal Ben il percorso di condivisione con le autorità locali, ascoltando le loro osservazioni e le loro idee, rassicurando che in questo anno di “commissariamento” della Ulss 13 l’Azienda sanitaria manterrà la sua autonomia gestionale e di bilancio, cercando di migliorare i servizi senza spostarli, conservando e dando giusto merito alle eccellenze degli Ospedali (solo due esempi: la Cardiologia ed Emodinamica di Mirano e la Medicina dello Sport di Noale). “Arrivo in questa Ulss – ha detto Dal Ben - con un decreto (193 del 30 dicembre 2015) del presidente Zaia, che ringrazio, dove gli obiettivi che mi vengono dettati sono l’attivazione a Dolo del nuovo Pronto Soccorso e l’adeguamento strutturale del medesimo Ospedale. L’attenzione va posta sempre alla persona che non solo va curata quando arriva da noi, ma deve essere ben accolta, anche con un sorriso, ascoltata e accompagnata ai servizi. Ho voluto subito incontrare i sindaci per cominciare subito un percorso insieme, affrontare le tematiche più urgenti sul territorio, condividere la programmazione sociosanitaria”. Dal Ben ha evidenziato subito l’importanza del tema della sicurezza “con servizi di emergenza-urgenza efficaci e di qualità, che si possono garantire con le giuste professionalità e le tecnologie più moderne, ma anche con strutture edilizie adeguate: da qui l’importanza di lavorare al più presto per la realizzazione del nuovo Pronto Soccorso di Dolo”. Inoltre ha ricordato l’importanza della “partita” del territorio”, perché “è giusto che il cittadino come sa individuare il presidio ospedaliero, sappia anche individuare un polo territoriale (riunendo in una stessa sede medici di famiglia, pediatri, medici specialisti, infermieri, ecc.), distribuito su tutto il territorio e capace di dare risposte: insomma, una rete di poli sociosanitario che devono essere complementari all’Ospedale. E se riusciremo a sviluppare in maniera adeguata l’assistenza territoriale in questo modo, questo non solo gioverà ai cittadini che riceveranno le giuste cure, ciascuno cioè avrà davvero quello che gli serve in tema di salute, ma permetterà anche di guardare davvero agli Ospedali solo per le acuzie e ai Pronto Soccorsi solo per le emergenze”. Dopo i sindaci, il direttore generale della Ulss 13 incontrerà i convenzionati, i dipendenti dell’Azienda sanitaria, i lavoratori, il mondo del volontariato. Un lavoro, quello del nuovo direttore dal Ben che verrà portato avanti per ora con la terna prorogata della squadra strategica (Livio Dalla Barba come direttore sanitario, Patrizia Mangione come direttore amministrativo e Michele Maglio come direttore dei servizi sociali), che ha come mission principale l’attenzione dell’utente che deve sentirsi “nelle nostre strutture” accolto come se fosse a casa propria”.