In seguito alla richiesta presentata dalla Procuratoria di San Marco venerdì 24 aprile, la Prefettura di Venezia ha autorizzato la ripresa degli interventi tampone e di salvaguardia sui mosaici pavimentali all'interno della Basilica di San Marco, cuore religioso e culturale, simbolo per eccellenza della città lagunare.
La Basilica rimane chiusa alle Messe ed alle visite turistiche, ma le attività tese a rimuovere le efflorescenze saline e a proteggere i frammenti musivi in pericolo sono effettivamente già iniziati il 27 aprile, con una piccola squadra di 4 persone operanti in Basilica, salita a 6 nella giornata di martedì. Nelle settimane successive rientreranno altre maestranze.
«Siamo particolarmente felici di questa possibilità - commenta il Primo Procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin - perché intanto possiamo riprendere l'intervento sul pavimento a mosaico che preoccupa maggiormente dopo la terribile acqua alta dello scorso novembre. Per la difesa della Basilica dalle acque alte future, ci sono due grandi progetti programmati e in parte finanziati.
Essi prevedono procedure di autorizzazione e di affidamento complesse per opere che in gran parte riguardano l'esterno della Basilica, e dunque non dipendono solo da noi. All’interno della Basilica, dove possiamo operare con i nostri dipendenti e collaboratori, abbiamo ritenuto fosse fondamentale ripartire il prima possibile».
Continua l'ingegner Pierpaolo Campostrini, Procuratore di San Marco con delega ai servizi tecnici: «È stato appurato che il 60% della pavimentazione in marmo della Basilica di San Marco, una pavimentazione oltre 2000 metri quadri, i cui pezzi più antichi risalgono al XI secolo, è da restaurare. I mosaici pavimentali e le murature in mattoni sono rimasti sotto acqua per giorni interi.
L’acqua salata che impregna pavimenti e pareti evapora, ma rimangono i sali che fanno disgregare i mattoni, i marmi e gli intonaci sui quali sono appoggiati i mosaici. Sono processi cumulativi e i danni aumentano con il passare del tempo, i fenomeni di sollevamento delle tessere musive sono stati importanti: di qui l'esigenza di riavviare le operazioni il prima possibile».
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