giovedì 30 agosto 2018

SUPERSTRADA PEDEMONTANA, ZAIA-SALVINI PER L'ACCORDO LEGALITA'

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia hanno firmato oggi, a Venezia, il nuovo Protocollo di Legalità per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta, attualmente la più grande infrastruttura in corso d’opera in Italia, con un costo complessivo pari a 2 miliardi 258 milioni, per 94 chilometri di percorso attraverso 36 Comuni tra le province di Vicenza e Treviso, con 16 caselli e con una percentuale già cantierata del 50% circa.


“Oggi è una giornata storica – ha detto Zaia ringraziando Salvini per la decisione di venire in Veneto a firmare – perché andiamo avanti nella realizzazione di un’infrastruttura che risolverà i problemi di viabilità di mezzo Veneto e perché abbiamo siglato non solo un Protocollo importante e articolato, ma un vero e proprio accordo di responsabilità, con il quale ci si allinea ancor di più alle direttive del Ministero e dell’Autorità Anticorruzione, al punto che, se emerge qualcosa di strano su un’azienda che sia anche precedente al Protocollo di oggi, essa dovrà comunque andarsene. Vogliamo smentire – ha aggiunto – lo stereotipo di un Paese dove, se c'è una carriola, c'è anche chi ruba, e faremo tutto quanto umanamente e tecnicamente possibile per riuscirci. Tutti gli atti di questo progetto – ha voluto rimarcare Zaia – sono pubblici e visibili a tutti. E' con la trasparenza e con Protocolli forti come questo che si combatte in concreto la malavita e le sue infiltrazioni”.

“Il modello con il quale si sta realizzando la Pedemontana Veneta – ha sottolineato il Ministro Salvini – può essere portato a esempio anche per il resto d’Italia. E’ un modello pubblico-privato positivo. Firmando questo Protocollo – ha aggiunto – riaffermiamo un’idea di crescita, di sviluppo, di futuro, perché non siamo stati votati
per fermare. E diciamo anche chiaro e forte che siamo decisi a combattere duramente contro il crimine organizzato, contro la delinquenza che, dove ci sono soldi, cerca sempre di intrufolarsi, utilizzando tutte le armi in nostro possesso, a cominciare dalla trasparenza riaffermata con la firma di oggi”.

Un modello innovativo anche per quanto riguarda l’aspetto dei pedaggi, è stato sottolineato.

“Per onestà intellettuale – ha detto al proposito Zaia – non dobbiamo dimenticare che,
con questa formula, il concessionario ha in realtà rinunciato a miliardi di guadagni certi, perché non incasserà i pedaggi. Questi li incasserà la Regione, che pagherà un canone annuo sulla base di stime di traffico redatte sul piano squisitamente tecnico. Ciò che si incassa – ha concluso – va al Veneto dell’autonomia e dell’identità”.
Sull’andamento dei lavori, il Governatore ha detto che “il primo tratto di 7 chilometri tra lo svincolo dell’A31 e Breganze è già finito e potrebbe essere aperto entro ottobre. Poi procederemo per stralci: mano a mano che si concluderanno i lavori tra un casello e l’altro dei 16 previsti, quel tratto verrà subito reso disponibile all’utenza”.

Il Protocollo è stato siglato anche dai Prefetti di Treviso, Maria Rosa Laganà, e Vicenza, Umberto Guidato, dai rappresentanti degli Ispettorati del Lavoro delle due province, Roberto Parrella per Treviso e Francesco Bortolan per Vicenza, dal rappresentante della Società Superstrada Pedemontana Spa, Matterino Dogliani, e dalle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) dei territori attraversati dall’arteria, rispettivamente Mauro Visentin, Marco Potente e Gianluca Quatrale per Cgil, Cisl e
Uil Treviso; e Luca Russo, Lorenzo D’Amico, Pietro De Angelis per Cgil, Cisl e Uil Vicenza.

ALLERTA METEO "GIALLA" DELLA PROTEZIONE CIVILE SUL VENETO: IN ARRIVO PRECIPITAZIONI, POSSIBILI FENOMENI INTENSI

Da oggi pomeriggio il Veneto è interessato da fenomeni di variabilità con possibilità di piovaschi e temporali più intensa sulle Dolomiti e locali nella fascia pedemontana. Il centro funzionale decentrato della Protezione Civile del Veneto ha dichiarato lo stato di attenzione idraulica per tutti i bacini idrografici nel caso di fenomeni temporaleschi anche intensi, grandinate e raffiche di vento. Nelle aree montane e pedemontane l’allerta gialla segnala la possibilità anche di fenomeni franosi e colate detritiche. Le prescrizioni di allerta sono rinforzate per il comune di Borca di Cadore, a causa della presenza della frana di Cancìa. L’alternanza di nuvole e pioggia interesserà il Veneto venerdì 31 agosto, sabato 1 e domenica 2 settembre, sino a metà giornata.

mercoledì 29 agosto 2018

TRAUMI AL VOLTO: SONO 50 I CASI DELL'UNITA' OPERATIVA MAXILLO-FACCIALE

C’è una donna morsa al labbro superiore dal proprio cane, forse spinto da un’eccessiva dimostrazione d’affetto; alcuni giovani e bambini che si son fatti male mentre giocavano andando in bicicletta, sfrecciando con i pattini a rotelle o scendendo imprudentemente da uno scivolo; infine, un adulto che cade da una certa altezza mentre sta svolgendo un lavoro, o che si crea una brutta ferita con una sega elettrica o che arriva in ospedale a causa di un incidente stradale. 
Tutti esempi di pazienti che sono passati per l’Unità Operativa di Chirurgia maxillo-facciale e Odontoiatria dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre della Ulss 3, guidata dal Primario Michele Franzinelli, da quando è cominciata questa estate, per interventi più o meno complessi al volto danneggiato. 

“L’estate che si sta chiudendo – ha commentato il Primario Franzinelli – ci ha visti in prima linea per la traumatologia del volto: lo scheletro facciale, infatti, è particolarmente soggetto a fratture con urti, cadute, incidenti. In estate tutto si moltiplica, soprattutto i traumi nei giovani e giovanissimi e noi siamo intervenuti su circa una cinquantina di casi per la ricostruzione di fratture delle mandibole, delle orbite e del complesso fronto-naso-etmoido-orbitario. Sono interventi che svolgiamo da più di trenta anni, con il precedente primario Dottor Priore ed ora con il nostro gruppo, utilizzando i materiali più all'avanguardia al fine di raggiungere i migliori risultati sia dal punto di vista funzionale che estetico, in quanto si riduce al minimo la presenza di eventuali cicatrici”. 

Il paziente, prima dell’intervento, viene sottoposto agli esami strumentali necessari per stendere poi un planning di ricostruzione. Per evitare le cicatrici sul volto (nel 90% dei casi non si vedono), le incisioni vengono eseguite all'interno del cavo orale oppure sulla cute secondo le linee guida della chirurgia plastica estetica. L’intervento prevede di riposizionare l’osso fratturato, stabilizzandolo con il posizionamento di apposite placche. Dopo tre o quattro giorni, se non emergono complicanze, il paziente può far rientro a casa. 
Sono poco più di duecento gli interventi chirurgici effettuati dall’Unità Operativa nel 2016 a Mestre, a cui se ne sommano una sessantina effettuati all’Ospedale Civile; e più di trecento gli interventi effettuati all’Ospedale dell’Angelo in day surgery.

“A fianco della traumatologia – ha ricordato il Primario – trattiamo le patologie interessanti il distretto osseo e le strutture annesse, comprese tra il seno frontale ed il collo; interveniamo sui dismorfismi mascellari per eccesso o difetto e sull’atrofia dei mascellari; e ancora pratichiamo la chirurgia oncologica del distretto facciale e del cavo orale, la chirurgia cranio-orbito-palpebrale, il trattamento delle disfunzioni temporo-mandibolari”.
“In estate, nel territorio della Ulss 3, la popolazione aumenta per la presenza dei turisti – ha detto il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – e, con essa, anche gli eventi traumatici. Sul fronte della traumatologia del volto, l’Ospedale hub di Mestre risponde a 360 gradi con una squadra di specialisti preparati in modo particolare nella chirurgia ricostruttiva maxillo-facciale, con tutte le sue problematiche complesse”

martedì 28 agosto 2018

WEST NILE, LA REGIONE STANZIA FONDI PER LA DISINFESTAZIONE STRAORDINARIA

I casi confermati di infezione nell’uomo dal virus West Nile, trasmesso dalla zanzara Culex Pipiens, in Veneto sono ad oggi 132, dei quali 41 evoluti nella forma neuroinvasiva, con 6 decessi, tutti avvenuti in persone anziane o con gravi patologie pregresse.

Lo evidenzia il sesto Bollettino sulle Arbovirosi, redatto e diffuso oggi dalla Direzione Prevenzione della Regione del Veneto che, rispetto a quello emesso il 21 agosto scorso, segnala un aumento complessivo di 27 casi.
“Il monitoraggio continuo dei nostri esperti conferma che siamo di fronte a una situazione impegnativa ma che non deve destare allarme – sottolinea l’Assessore alla Sanità Luca Coletto – con un virus che risulta asintomatico nell’80% dei casi e solo in meno dell’1% capace di evolvere nella forma neuroinvasiva. I tecnici della Direzione Prevenzione – informa Coletto – sono al lavoro per definire i particolari del Piano di Disinfestazione Straordinaria, sia adulticida che larvicida, che abbiamo deciso di far scattare, finanziandolo con fondi regionali che si aggireranno tra 400 e 500 mila euro. Siamo a buon punto, e contiamo di averlo a giorni, come previsto, per passare subito
all’attuazione”.

Dal punto di vista statistico, la provincia con più casi è Padova (54 totali, con 44 forme
febbrili e 10 neuroinvasive), seguita da Rovigo (26 totali, 16-10), Verona (24 totali,
15-9), Venezia (19 totali, 11-8), Vicenza (6 totali, 3-3) e Treviso (3 totali, 2-1).

IL BOLLETTINO SU: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2032570860121033&id=185849638126507&__xts__[0]=68.ARBr6p7RuGiXGuVunZyyt21Uq9FmOGBMadDat9bFYFEJlx16rYy1GFm3dWUzONsq92HZ9BfgVTqOa2eILGreEXR3MqV6axRFJwUWb3FwTaqtR9iNqrwIngdVQm78PNm39o-scew&__tn__=-R

lunedì 27 agosto 2018

ULSS 3, "MALATTIA DI LYME": COME DIFENDERCI DALLE ZECCHE

“Parchi e boschi sono luoghi ideali per fare una scampagnata, magari col proprio cane…”: inizia così il video realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezia sulle Zecche “Rischi per la salute e cosa fare per prevenirli”, che permette alla Ulss 3 di ritornare sul tema della “Malattia di Lyme”. LINK: https://youtu.be/Nj0NJFcNPJg



LA STORIA E I NUMERI. Il termine “Lyme” deriva dal nome dell’omonima cittadina nel Connecticut dove, nel 1975, si presentarono numerosi casi – una vera e propria epidemia - di artrite preceduta dalla comparsa di eritemi al tronco, con chiazze che potevano avere diametro di 10-50 cm. Si scoprirà che quella infezione era stata provocata da batteri trasmessi, ai malcapitati, tramite il morso di zecche infette. Una malattia che torna a far parlare di sé nei periodi caldi e temperati e che è tipica delle regioni del Nordest. E’ una malattia altamente diffusa nei Paesi dell’area temperata, con una presenza importante in montagna fino a quote di 1800 metri: “Quanto al nostro Paese - spiega il Primario di Dermatologia della Ulss 3, Massimo Donini  - la si può considerare ormai endemica nelle regioni del Veneto, del Friuli Venezia-Giulia, del Trentino, oltre che in Emilia, in Liguria e in Piemonte; sono invece sporadiche le segnalazioni di questa patologia nelle regioni del sud”. “Si tratta di una patologia che ci riguarda molto da vicino – continua il Primario di Dermatologia insieme al primario della Malattie Infettive di Mestre, Sandro Panese – che possiamo dire collegata alle nostre montagne, ai luoghi ed al clima delle nostre vacanze. La diffusione della ‘Malattia di Lyme’ è legata a quella del suo vettore principale, la zecca dei boschi (Ixodes ricinus): si diffonde l’insetto e si diffonde la possibilità di contrarre la patologia: in Italia se ne conta circa un migliaio per ora diagnosticato e nel Veneto circa 60 casi all’anno. La zecca contaminata tramite il sangue di cui si nutre, trasmette all’uomo i batteri della malattia (Borrelia Burgdorferi et al.) attraverso le sue punture: con questa azione, l'artropode si conferma essere un “killer” non da poco, se si pensa che tra gli insetti veicolanti infezioni è seconda solo alla zanzara portatrice della malaria”.

I SINTOMI E LA CURA. Circa il 20% delle persone contagiate dalla Borrelia non presenta inizialmente alcun sintomo. Nel restante 80% la malattia si annuncia generalmente nel periodo primaverile-estivo-autunnale con la comparsa di un'unica lesione cutanea eritematosa, che appare dopo un intervallo di 3-30 giorni dal contagio, all’inizio di dimensioni limitate e presente nella sede della puntura; via via la macchia si estende fino a diventare un eritema anulare che si espande progressivamente e lentamente fino a chiazze di oltre 10 cm di diametro anche in altre sedi corporee (eritema migrante). All'eritema si associano sintomi simil influenzali come febbre, cefalea, artro-mialgie migranti ed intermittenti e spossatezza. Se non trattato, l'eritema dura in media 3-4 settimane ed in seguito può recidivare con lesioni multiple ma di minori dimensioni. Se non curata in tempo, la persona contagiata comincerà ad accusare dolori e gonfiore alle articolazioni (artrite nel 60% dei casi ) che durano anche mesi, potranno associarsi complicanze neurologiche come la meningite o la polineurite nel 15% dei casi (con difficoltà di deambulazione, acufeni, perdita di memoria ed instabilità comportamentale) ed anche disturbi cardiaci nel 4-8% dei casi;  Nelle donne in gravidanza, l'infezione può essere trasmessa al nascituro e può aumentare il rischio di aborto spontaneo. “I test diagnostici ed i protocolli di terapia per la Malattia di Lyme sono in continua e importante evoluzione – aggiunge il dottor Donini – e gli specialisti si confrontano con regolarità sulle recenti innovazioni in materia di individuazione della patologia, e poi in materia di cura della stessa, sostanzialmente fondata sull’uso di determinati cicli di antibiotico terapia; lo scorso anno proprio a Venezia abbiamo affrontato, in un congresso nazionale organizzato dalla Dermatologia dell’ Ulss 3 Serenissima in collaborazione con l'Associazione Lyme Italia e Coinfezioni" e con l'Università degli Studi di Trieste, il tema fondamentale della vaccinazione, recentemente introdotta negli Stati Uniti, e della possibilità di utilizzarla in futuro anche in Europa, dove risulta per ora spesso inefficace poiché la malattia è provocata da uno spettro in buona parte differente di Borrelie (non solo B Burgdorferi ma anche B Afzelii, B Garinii )”.
LA PREVENZIONE. Quindi la prevenzione rimane una tappa importante da considerare: esistono infatti alcune precauzioni volte a ridurre notevolmente la possibilità di contatto e morso di zecca, che consistono nell'indossare abiti chiari (al fine di vedere meglio l'insetto), coprire le estremità inferiori con calze chiare, impiegare pantaloni lunghi, indossare un cappello, seguire i sentieri ed evitare di attraversare i prati con erba alta, ed al termine della escursione effettuare un attento esame visivo del corpo e degli indumenti. Anche i cani al seguito andrebbero trattati con repellenti e controllati al rientro dall'escursione (meglio se prima di rientrare in casa). Va ricordato infatti che la zecca punge generalmente piccoli e grandi mammiferi (roditori, cervi) e uccelli per nutrirsi del loro sangue, per cui si trova in genere negli ambienti frequentati da questi animali (bosco e sottobosco, prati e radure con erba alta). Qualora si debba individuare una zecca, questa va rimossa il prima possibile in quanto la probabilità di contrarre un'infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull'ospite: infatti solo dopo alcune ore la zecca inizia a rigurgitare parte del suo pasto, inoculando nell'ospite gli eventuali patogeni. Nella procedura di rimozione occorre evitare l'impiego di alcool, acetone, trielina, olio o unguenti per evitare di indurre il rigurgito di sangue dalla zecca all'uomo, cosa che favorirebbe la trasmissione dell'infezione; si deve quindi afferrare con una pinzetta a punte sottili evitando di schiacciarla e rimuovere tirando dolcemente con rotazione (in farmacia si trovano appositi estrattori). La zecca estratta può essere conservata in alcool o congelata nel caso la si voglia inviare presso un centro specializzato per la ricerca di possibili agenti patogeni presenti nel parassita. Nel sito della "Associazione Lyme italia e Coinfezioni" sono scaricabili volantini indicanti i principali centri in Italia per la ricerca dei potenziali patogeni. Nel caso che nei successivi 30-40 giorni si noti la comparsa di segni e sintomi di infezione prima descritti, diventa opportuno rivolgersi al medico curante per una prima valutazione clinica. Può essere comunque utile, nel caso di puntura di zecca subita, rivolgersi a centri specializzati per prendere tempestivamente i giusti provvedimenti.

giovedì 23 agosto 2018

MALTEMPO IN ARRIVO, DICHIARATO LO STATO DI ATTENZIONE PER CRITICITÀ IDROGEOLOGICA IN TUTTO IL VENETO

Una marcata fase di maltempo è in arrivo sul Veneto. Sulla base delle previsioni meteo emesse da Arpav, il centro funzionale decentrato della Protezione Civile della Regione ha emesso poco fa un avviso di criticità idrogeologica su tutto il territorio, dichiarando lo stato di attenzione, valevole dalle ore 14 di oggi alle ore 8 di sabato 25. Fino alle 14 di domani, la fase operativa di attenzione è limitata ai bacini idrografici Alto Piave, Piave-Pedemontano, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Adige-Garda-Monti Lessini. Visti i fenomeni meteorologici previsti, la criticità idrogeologica è riferita allo scenario “temporali forti”. Fino alle 14 di domani è stato dichiarato anche lo stato di attenzione rinforzata per l’area bellunese di Borca di Cadore.

mercoledì 22 agosto 2018

ULSS 3, I RIMEDI CORRETTI PER LE MEDUSE: I CONSIGLI DEL DOTT. BORTOLI NEL MINIVIDEO

"Le meduse non pungono, ma rilasciano una sostanza urticante attraverso i propri tentacoli che provoca dolore. Oltre al dolore, che non dura più di una trentina di minuti, nella zona interessata, possono comparire dei ponfi più o meno estesi, cioè tante piccole bollicine.La prima cosa da fare è stare calmi, perché nella maggioranza dei casi, sia per gli adulti che per i bambini, il problema si risolve velocemente, senza conseguenze, anche senza necessità di rivolgersi al Pronto Soccorso. 
Ecco come agire: non bisogna toccare la zona irritata, perché in questo modo si può estendere il dolore alle altre parti del corpo che tocchiamo. Si consiglia di bagnare la parte interessata con l'acqua di mare, evitando sia l'acqua dolce che il ghiaccio che, a differenza di ciò che si potrebbe immaginare, intensificano il problema invece di attenuarlo. Nella fase acuta si possono anche utilizzare dei dispositivi composti da gel astringenti a base di cloruro di alluminio facilmente reperibili nelle farmacie territoriali. Nel momento in cui, la persona colpita dalla medusa mostra sintomi più importanti, come difficoltà respiratoria, rossore e sudorazione profusa, c'è il rischio che sia allergica: in questo caso si consiglia di chiamare il 118 o di rivolgersi immediatamente al Pronto Soccorso. Per quanto riguarda i bambini, i consigli sono gli stessi che per gli adulti. Se, però, la zona interessata dalla irritazione è particolarmente estesa, si suggerisce anche la valutazione da parte di un pediatra. Si ricorda, infine, che nei litorali veneziani sono attivi dei punti di intervento infermieristici e sono presenti nei presidi ospedalieri i servizi di medicina turistica. Sono attivate, inoltre, da parte della Azienda sanitaria delle convenzioni con i medici di famiglia per cui anche il turista può recarsi tranquillamente ed essere seguito a livello ambulatoriale". 

"Continuiamo, con i nostri professionisti - ha dichiarato il Direttore Generale della Ulss 3 Giuseppe Dal Ben - a fornire informazioni utili su temi di interesse collettivo. Chi frequenta le nostre spiagge, soprattutto in questi giorni, si è talvolta imbattuto in una medusa. L'incontro non è mai piacevole, anche se non è pericoloso nella gran parte dei casi. Il nostro intento è quello di rassicurare con informazioni corrette e fornire dei consigli semplici e pratici da poter adottare in questi casi. Buon mare a tutti".  



martedì 21 agosto 2018

WEST NILE, A OGGI 105 CASI CONFERMATI IN VENETO CON CINQUE DECESSI

I casi confermati di infezione nell’uomo dal virus West Nile, trasmesso dalla zanzara Culex Pipiens, in Veneto sono ad oggi 105, dei quali 34 evoluti nella forma neuroinvasiva, con 5 decessi, tutti avvenuti in persone anziane o con gravi patologie pregresse. Lo evidenzia il quinto Bollettino sulle Arbovirosi, redatto e diffuso oggi dalla direzione prevenzione della Regione del Veneto. «Siamo di fronte a una situazione impegnativa ma che non deve destare allarme – sottolinea l’assessore alla Sanità Luca Coletto – con un centinaio di casi confermati su una popolazione di circa cinque milioni di abitanti. Gli scienziati fanno notare che si tratta in realtà di un virus dalle conseguenze limitate, tanto da essere asintomatico nell’80% dei casi e solo in meno dell’1% capace di evolvere nella forma neuroinvasiva. È in questo quadro che vanno collocati, con dolore, i decessi purtroppo avvenuti in soggetti in età molto avanzata o con condizioni cliniche pregresse gravi».
Sul piano del lavoro in atto, Coletto fa notare che «continuano le disinfestazioni straordinarie soprattutto nelle aree a maggior concentrazione di persone, in stretta collaborazione tra le ULSS e i Comuni, mentre nei Pronto Soccorso e negli ospedali riusciamo ad avere diagnosi precise e tempestive e cure efficaci. Stiamo inoltre rafforzando le attività di prevenzione per tutte le strutture che ospitano anziani o ricoverano malati. Peraltro le raccomandazioni dell'ECDC (European Center For Disease Prevention and Control) confermano in pieno la correttezza di quello che stiamo facendo. Le più rilevanti sono l’attuazione di disinfestazioni straordinarie per l’abbattimento della densità di vettori, la particolare attenzione in fase di diagnosi per gli operatori sanitari a considerare in modo tempestivo la possibilità di infezione da West Nile, indi la diffusione della raccomandazione a tutta la popolazione di proteggersi attraverso l’utilizzo di zanzariere a porte e finestre e l’utilizzo di repellenti, soprattutto negli anziani e nelle persone immunodepresse poiché a maggior rischio di sviluppare forme neuro-invasive, infine sensibilizzare la popolazione affinché si adoperi a non lasciare in nessun caso zone umide stagnanti o raccolte d’acqua». Dal punto di vista statistico, la provincia con più casi è Padova (43 totali, con 34 forme febbrili e 9 neuroinvasive), seguita da Rovigo (24 totali, 16-8), Verona (17 totali, 9-8), Venezia (15 totali, 8-7), Treviso (3 totali, 2-1) e Vicenza (3 totali, 2-1).

venerdì 17 agosto 2018

INCENDIO DI GROSSE DIMENSIONI AL PARCHEGGIO DEL LAGUNA PALACE HOTEL DI MESTRE

Un incendio spaventoso si è sprigionato attorno alle ore 13.30 di oggi nel parcheggio dell'hotel Laguna Palace di Mestre, all'angolo fra via Ancona e via Torino. Sono coinvolte circa una decina di automobili, tra cui un camper. Le fiamme e il fumo scuro sono visibili anche a molta distanza. Per spegnere le fiamme sono al lavoro quattro mezzi dei vigili del fuoco di Mestre. Al momento nessuna causa viene esclusa. Il traffico è bloccato nelle strade adiacenti.
Eventuali ulteriori aggiornamenti in seguito.

lunedì 13 agosto 2018

MESTRE, MICHIELETTO E' IL NUOVO PRIMARIO DI PNEUMOLOGIA

Una Pneumologia di primissimo livello, quella dell’Ospedale dell’Angelo, ora guidata dal Primario Lucio Michieletto. 

“L’Unità Operativa di Pneumologia affidata al nuovo Primario – spiega il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben – è impegnata su più fronti ad alta specializzazione. Opera con successo sulla diagnosi del tumore al polmone, con strumentazioni di ultima generazione e con un ambulatorio dedicato; è centro prescrittore per la fibrosi polmonare, patologia per la quale è punto di riferimento per l’area provinciale; ancora, è centro specializzato per la cura dell’asma grave, in grado di gestire i pazienti che necessitano di terapia con i nuovi farmaci cosiddetti ‘biologici’. E infine, è centro di formazione per gli specialisti pneumologi, che frequentano il Reparto all’Angelo nel quadro di specifici corsi universitari”.

Lo stesso nuovo Primario, il dottor Lucio Michieletto, che ha sostituito recentemente il dottor Loris Ceron, insegna al master di Pneumologia interventistica di Firenze. Classe ’61, il dottor Michieletto unisce questa sua profonda competenza professionale ad un “antico” legame con l’équipe che ora si trova a dirigere e più in generale con l’Ospedale dell’Angelo.
“Credo di essere uno dei più anziani quanto a frequentazione dell’Ospedale di Mestre – racconta il nuovo Primario – perché già da studente, al 3° anno di Medicina, ho cominciato il mio praticantato dentro i padiglioni dell’allora Umberto I, dove imparavo a fare prelievi”. 
Dopo la laurea e la doppia specializzazione in Scienza dell’Alimentazione e in Gastroenterologia, conseguite tutte a Padova, il dottor Michieletto è poi cresciuto professionalmente nell’Ospedale di Mestre. Membro dell’équipe di Pneumologia dal 1993, al pensionamento del Primario Ceron ha assunto l’incarico di facente funzioni, aggiudicandosi poi il Primariato a seguito del concorso indetto dall’Ulss 3 Serenissima. Ora sovrintende l’Unità Operativa, con l’attività all’Angelo, quella ambulatoriale quotidiana a Venezia, e quella che si svolge all’Ospedale di Chioggia.

“Con i nove specialisti pneumologi che mi affiancano – sottolinea il dottor Michieletto – e insieme al personale infermieristico continuiamo a far crescere l’attività del Reparto, con un trend annuale che registra un +25%. Il volume degli esami effettuati dà un’idea del lavoro svolto: ogni anno effettuiamo circa 3000 visite pneumologiche e circa 3500 spirometrie nelle sedi di Mestre e di Venezia; a queste si sommano circa 1600 broncoscopie annue, delle quali circa 100 tra broncoscopie rigide e toracoscopie; ogni anno interveniamo in day hospital su circa 100 i pazienti, ciascuno dei quali preso in carico completamente anche quando, come accade spesso, l’iter di cura prevede vari passaggi presso la nostra struttura”. 
Senza dimenticare i circa 400 degenti di cui la Pneumologia dell’Angelo si occupa ogni anno: “Quanto alla degenza – conclude il Primario Michieletto – va sottolineata un’altra peculiarità del nostro Reparto: a Mestre gestiamo i nostri degenti in strettissima connessione con l’Unità Operativa di Chirurgia toracica, addirittura con un’equipe infermieristica comune tra i due Reparti. La gestione di ogni caso è fatta in sinergia tra le due équipe, con una lettura comune in tempo reale”. E da questa vicinanza e collaborazione traggono ulteriore vantaggio coloro che sono ricoverati proprio in vista di un intervento chirurgico – che sono più del 50% dei degenti di Pneumologia – i quali durante e dopo l’intervento non sono costretti ad un passaggio di letto, né ad un inserimento in un nuovo Reparto.  

sabato 11 agosto 2018

COPERTURA VACCINALE IN CRESCITA NONOSTANTE LE CAMPAGNE CONTRARIE. IL DISTRETTO DI CHIOGGIA AL TOP

Nonostante la bagarre mediatica e le recenti prese di posizione del governo, i genitori residenti nel territorio della ULSS 3 Serenissima si sono mostrati più avveduti che in passato per quanto riguarda la vaccinazione dei propri figli. Il Servizio Igiene e Sanità Pubblica della ULSS infatti ha diffuso i dati relativi alla copertura vaccinale per le fasce d'età compresa tra zero e 6 anni, e tra 7 e 16 anni: se ad ottobre 2017 erano 1400 i bambini in età prescolare non vaccinati, ora la cifra si è ridotta di un terzo, ammontando a circa un migliaio. È l'effetto non solo dell'obbligo previsto dalla legge Lorenzin, ma anche della campagna informativa a contrasto delle tante bufale antivaccino presenti soprattutto in rete. E in questo quadro positivo, il distretto sanitario di Chioggia spicca per costanza e numeri assoluti: il 97% dei bambini abitanti la provincia sud è vaccinato per l'esavalente (contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse), la stessa percentuale si registra nella prevenzione di morbillo, parotite e rosolia. Appena più indietro le realtà del Veneziano, del Miranese e della Riviera del Brenta, pure in crescita. Per quanto riguarda invece la fascia d'età fra i 7 e i 16 anni, Chioggia, Cavarzere e Cona si confermano al top dei richiami col il 98.5% per l'esavalente e il 98.3% per il morbillo. Tuttavia l'attività del SISP non si esaurisce: sono già stati invitati a un colloquio i genitori non in regola dei bimbi nati fra il 2012 e il 2016, ora si procederà anche per chi ha la responsabilità dei più piccoli: l'obiettivo è sensibilizzare alla protezione anche dei compagni di classe, specie se affetti da immunodepressione. In ogni caso, la ULSS Serenissima risulta essere la prima per copertura vaccinale tra tutte quelle venete, come si evince da un rapporto stilato dalla Regione.

venerdì 10 agosto 2018

CALDO E AFA, UN PERICOLO PER I CANI. IL VETERINARIO DELLA ULSS: "ACQUA SEMPRE, MA NON DAI CANALI"

In estate fa caldo anche per gli animali, compresi naturalmente quelli d'affezione che vivono in casa, e i rischi che corrono – in particolare in viaggio o durante le passeggiate sotto il sole – non vano assolutamente sottovalutati. Lo sottolinea il dottor Andrea Rizzoli, del Servizio Veterinario dell'ULSS 3 Serenissima, che ricorda le regole di comportamento per preservare la loro salute: «Gli amici a quattro zampe – spiega il medico – d’estate vanno portati fuori nei momenti più freschi della giornata, cioè al mattino presto o alla sera, dopo che la temperatura si è abbassata». Come e più dei loro padroni, infatti, i cani sono esposti a possibili colpi di calore e faticano molto a reggere le alte temperature: anche quelle del terreno, sul quale loro (al contrario di quanto fanno gli umani) si muovono scalzi. «Acqua abbondante dev’essere sempre a disposizione degli animali durante tutta la giornata», aggiunge il dottor Rizzoli; e se il cane dà segni di fastidio per il caldo, gli si bagni con acqua fresca la testa e le zampe.
Acqua, quindi, ma non impura: bisogna evitare sempre di far abbeverare il cane ai corsi d’acqua che si incontrano sul percorso: «Ci può essere il rischio – sottolinea il veterinario – che l’animale contragga malattie infettive, come ad esempio la leptospirosi: l’acqua calda e stagnante, specie in tarda estate e in autunno è l’habitat ideale per questa insidia. In proposito, la vaccinazione è il modo migliore per evitare questa malattia, che tra l’altro può avere delle ripercussioni anche sull’uomo». Avere a disposizione acqua a bordo dell’auto è infine indispensabile se si fa viaggiare il cane al proprio sèguito, anche se il tragitto non è lunghissimo: è bene compiere frequenti soste per permettere al cane di abbeverarsi, di espletare i bisogni fisiologici, ma anche di muoversi in libertà interrompendo la situazione di disagio che può essere creata dal viaggio in auto. Mai lasciarlo da solo nell'auto, nemmeno per un breve periodo: l'interno si surriscalda in pochissimi minuti, e un colpo di calore può essere mortale.

giovedì 9 agosto 2018

WEST NILE: 51 CASI IN VENETO, DUE DECESSI

La Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha emesso il quarto bollettino sulle arbovirosi, che contiene un focus sulla febbre West Nile, la quale in alcuni limitati casi si contrae dalla puntura della zanzara culex. A tutto il 7 agosto, i casi accertati sono complessivamente 51, dei quali 32 in forme lievi e 19 neuroinvasive a diversi livelli di gravità. Purtroppo si registrano anche due decessi. I casi sono al momento 15 nella provincia di Padova, 16 a Rovigo, 3 a Treviso, 7 a Venezia, 8 a Verona, 2 a Vicenza. «La situazione è assolutamente sotto controllo - dice l’assessore alla sanità Luca Coletto - e in tutti gli ospedali veneti si pone ogni attenzione in fase di diagnosi e si erogano tutte le cure necessarie. Alle persone chiediamo non paura ma collaborazione nel mettere in atto piccole precauzioni che possono allontanare il rischio, come l’uso di repellenti cutanei o per gli ambienti chiusi, delle zanzariere e dei condizionatori ove presenti, evitare di creare zone con acqua stagnante. Il bollettino diffuso oggi contiene anche una serie di istruzioni comportamentali specifiche».

mercoledì 1 agosto 2018

WEST NILE, COLETTO: "19 CASI E UN DECESSO. PREVENZIONE AL MASSIMO. CHIEDIAMO COLLABORAZIONE NON PAURA"

“Dall’inizio di giugno la Direzione regionale Prevenzione ha posto un’attenzione particolare alla sorveglianza e al controllo delle malattie trasmesse da vettori attivando tutti i soggetti interessati, in primis le Aziende Ulss. Con la nota inviata il 30 luglio dalla stessa Direzione l’attenzione al verificarsi di casi di infezione umana da West Nile è stata elevata ai massimi livelli e il Piano regionale Vettori 2018 è attuato in ogni sua parte. L’ultimo Bollettino sulla sorveglianza delle arbovirosi che i nostri bravi tecnici realizzano, alla data di ieri, 31 luglio, indicava la conferma di 19 casi, ai quali, purtroppo, si è aggiunto il  decesso di un anziano di 79 anni residente in provincia di Verona, colpito dalla forma neuroinvasiva del virus.” 
Ne dà notizia l’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Luca Coletto, in relazione alla situazione legata al contagio del virus West Nile trasmesso attraverso la  puntura di zanzare infette del genere Culex.
“Sono addolorato per la morte di questa persona e rivolgo le condoglianze ai famigliari – aggiunge Coletto – ma corre l’obbligo di ricordare, per non accendere timori ingiustificati, che gli esperti indicano che un evento così grave si verifica nello 0,1% dei casi di infezione”.

La nota inviata dalla Direzione Prevenzione regionale alle Aziende Ulss raccomanda di “rafforzare ulteriormente la vigilanza e la valutazione dell’efficacia degli interventi di disinfestazione effettuati dai Comuni”.

"Le misure di controllo del vettore sono al massimo – garantisce Coletto – e, al verificarsi di ciascun caso umano, sono prontamente attivati interventi di disinfestazione supplementari come indicato dal Piano Vettori 2018. Ogni Pronto Soccorso e ogni Ospedale del Veneto – aggiunge l’Assessore – tengono la guardia alta e sono in grado di diagnosticare e curare velocemente i casi che dovessero presentarsi”.
“Alla gente – è questo l’appello di Coletto – chiediamo non paura ma attenzione e collaborazione, perché anche semplici comportamenti singoli sono importantissimi, come proteggersi con uno dei tanti efficaci repellenti disponibili ed evitare accumuli d’acqua stagnante nei giardini e nei sottovasi di fiori, dove le zanzare depongono le uova e proliferano.”

La nota della Regione alle Aziende Ulss contiene numerosi altri consigli utili: all’aperto, dal crepuscolo in poi, indossare indumenti di colore chiaro che coprano la maggior parte possibile del corpo, come pantaloni lunghi ed abiti a manica lunga; usare repellenti cutanei per uso topico prestando alle indicazioni per l’uso riportate; cercare, nei limiti del possibile, di alloggiare in ambienti climatizzati o comunque dotati di zanzariere alle finestre; in caso di presenza di zanzare all’interno dei locali, utilizzare spray a base di Piretro o altri insetticidi per uso domestico, oppure diffusori di insetticida elettrici, aerando bene i locali prima di soggiornarvi.