martedì 27 febbraio 2018

MALATTIE "RARE" MA DIFFUSE: A MESTRE UN SERVIZIO DELLA ULSS 3 CHE ORIENTA I MALATI

Sono “rare” e quindi difficili da curare, ma sono diffusissime, e quindi è importante studiarle e curarle. Sono le “malattie rare”, di cui si celebra oggi, 28 febbraio, la decima Giornata Mondiale. «Sono state individuate tra le 6000 e le 8000 "malattie rare" – spiega la referente per l’Ulss 3 Serenessima, la dottoressa Michela Calmasini – che colpiscono secondo le stime circa l’8% della popolazione europea, quindi dai 24 ai 36 milioni di persone, di cui tra gli 1 e i 2 milioni in Italia». Per la maggior parte di queste patologie manca ancora una cura e i trattamenti disponibili sono insufficienti. Serve un impegno forte della comunità scientifica, e i malati e i loro familiari in questo sono molto attivi: se negli ultimi anni sono stati realizzati notevoli progressi nel campo della ricerca su queste patologie, gran parte di questi progressi sono stati ottenuti anche grazie al lavoro della “comunità” dei malati rari, fortemente impegnati a sollecitare la ricerca e la cura. A sostegno delle persone colpite opera nella ULSS 3 Serenissima, con sede in via Cappuccina 129 a Mestre, il Centro Territoriale delle Malattie Rare, un'attività innovativa e altrettanto “rara”, pressoché unica nel Veneto: «Collegare la persona o la famiglia colpite da una "malattia rara" a quelle importanti realtà di cura che possono aiutarle: è – dice il direttore generale Giuseppe Dal Ben – il primo compito che la ULSS si è data attraverso il servizio territoriale sulle malattie rare.
Chi è vittima di una patologia poco conosciuta si trova in un mare aperto, e fatica a trovare i riferimenti, che pure esistono nel servizio sanitario. Operiamo per indirizzare le famiglie verso i centri e i servizi esistenti, quelli specialistici ospedalieri e quelli sul territorio, e ancora per favorire il collegamento tra le famiglie dei malati e le associazioni che lavorano per supportarle, che in questo ambito delle malattie rare sono particolarmente attive». Il tema scelto per la Giornata Mondiale 2018 vuole sottolineare l’importanza della ricerca attraverso lo slogan “Show your rare, show you care” (che sta per “Mostra che ci sei, al fianco di chi è raro”): la ricerca è infatti la chiave che apre la porta alla speranza di persone che vivono con malattie rara in tutto il mondo. In Italia, la Giornata è coordinata da UNIAMO, dalla Federazione Italiana Malattie Rare, e la ULSS 3 Serenissima partecipa con il proprio servizio: nelle sedi distrettuali viene esposto un manifesto che celebra la ricorrenza e, nel Distretto in via Cappuccina, sede del Centro territoriale, gli operatori porteranno una spilla con il simbolo della Giornata; verrà allestito uno spazio con materiale divulgativo della giornata e saranno distribuite le brochure informative preparate da UNIAMO. Il Centro territoriale delle Malattie Rare (via Cappuccina 129, Mestre) è contattabile attraverso l’email malattierare@aulss3.veneto.it, e al numero telefonico 337 1126190, il martedì e il giovedì dalle ore 10 alle 12.

CONTRO IL "DOLORE INUTILE", MONITORAGGIO E TERAPIE INNOVATIVE GRAZIE AL NUOVO COMITATO DELLA ULSS 3 SERENISSIMA

L’idea che il dolore sia tutto sommato necessario, quando si è malati e ci si cura, è superata da tempo. Poi però la lotta al “dolore inutile” deve passare attraverso strategie concrete: «Negli ospedali della ULSS 3 Serenissima, ma anche negli ambulatori e nei servizi sul territorio – spiega il direttore generale Giuseppe Dal Ben – lo sforzo di accoglienza passa anche attraverso questa attenzione: i medici fanno diagnosi e curano, ma si impegnano anche affinché il paziente debba sentire solo il dolore strettamente necessario. E questa attenzione non deve essere un impegno "ideale", ma il risultato di precisi protocolli e precise procedure. Mentre curiamo, ci preoccupiamo che il paziente non soffra inutilmente; e verifichiamo costantemente che nelle nostre strutture questo impegno sia preso sul serio». La ULSS, impegnata da anni nella lotta al dolore inutile, ha compiuto nei giorni scorsi un passo ulteriore in questo senso costituendo il comitato “Ospedale-Territorio Senza Dolore”, che coinvolge una trentina di specialisti. «Perché il nostro impegno contro il "dolore inutile" sia efficace – spiega il direttore sanitario, dottor Onofrio Lamanna – abbiamo introdotto due strumenti indispensabili. Il primo strumento è il monitoraggio di ciò che accade negli ospedali e negli ambulatori: ci impegnamo a misurare, con una rilevazione costante e a tappeto, il dolore provato dagli utenti, per renderci conto che esiste, e che va intercettato e contenuto.
Il secondo strumento per garantire agli utenti che nelle strutture della ULSSS soffriranno il meno possibile è l’introduzione di chiare e moderne linee guida di terapia del dolore. In altre parole: ascoltiamo la sofferenza di tutti i pazienti, senza far finta di non vederla o che non sia un problema; e poi la affrontiamo con le più recenti ed efficaci terapie farmacologiche e con gli altri approcci terapeutici oggi disponibili». Non è affatto scontato che in una struttura sanitaria siano sempre note ed utilizzate da tutti le più recenti tecniche di contenimento del dolore: «Dentro il nuovo comitato – spiega il dottor Lamanna – sono presenti tutti i medici specializzati in questo ambito, dal Primario di Terapia Antalgica, quello delle Cure Palliative, quello di Anestesia e Rianimazione, per citarne solo alcuni; attraverso il lavoro del comitato le migliori terapie vengono trasferite a tutti gli operatori, codificate nelle linee guida per il controllo e la terapia del dolore nell’adulto, che il comitato sta già redigendo; un documento simile dedicato ai pazienti in età pediatrica sarà lo step successivo, il comitato lo ha già messo all’ordine del giorno». Entro il 2018 il comitato Ospedale-Territorio Senza Dolore completerà anche l’indagine di prevalenza del dolore in tutti i presidi ospedalieri della ULSS 3 Serenissima, oltre ad una ricognizione di tutte le iniziative di formazione che sul tema del “dolore inutile” sono attive o da attivare per diffondere le migliori pratiche tra i medici e gli operatori sanitari della ULSS stessa.

mercoledì 21 febbraio 2018

PROTEZIONE CIVILE: ALLARME IN TUTTA LA REGIONE PER NEVICATE E GELATE SU GIOVEDÌ E VENERDÌ

Il centro funzionale decentrato della Protezione Civile veneta ha diramato l'allerta meteo per la fase operativa di attenzione, da riconfigurare in allarme o preallarme, verso le imminenti nevicate e gelate che copriranno il territorio regionale dalla mezzanotte fra mercoledì e giovedì e tutta la giornata di venerdì 23 febbraio. La nota prevede precipitazioni diffuse con neve in montagna e collina, fasi bianche anche in pianura con andamento irregolare misto a pioggia. Probabile la formazione di ghiaccio al suolo, specie nella serata di giovedì e poi nella notte fra venerdì e sabato.
Il clima permarrà particolarmente rigido anche dopo le precipitazioni. Saranno pienamente operativi tutti i nuclei di Protezione Civile, specie sulle strade dove è richiesta particolare attenzione a chi transita. Le previsioni meteo tuttavia sono considerate ancora incerte al riguardo della quantità di pioggia e neve sul territorio.

sabato 10 febbraio 2018

PRONTO SOCCORSO DI MESTRE: LE PROVETTE DELLE ANALISI ORA VIAGGIANO AL LABORATORIO VIA "POSTA PNEUMATICA"

Un tubo del diametro di 4 centimetri collega il Pronto Soccorso dell’ospedale all'Angelo di Mestre al laboratorio Analisi. Serve a “spedire” le provette dei campioni ematici, velocizzando così la consegna, la processazione e il ritorno delle relative risposte. «Il nuovo sistema è in funzione da qualche settimana – spiega il Primario, la dottoressa Mara Rosada – installato e testato durante il mese di dicembre. Il terminale di partenza, collocato nel Pronto Soccorso, è una colonna con un semplice foro, in cui i nostri operatori possono inserire direttamente le provette. Un sistema ad aria compressa fa sì che, una volta inserite, le provette corrano lungo il percorso tubolare su fino al laboratorio analisi, dove i campioni ematici devono essere analizzati. Il sistema spedisce la provetta a destinazione, e contemporaneamente la identifica, attraverso la lettura con scanner ottico del codice a barre, sia in partenza che in arrivo».

Non si tratta di un comune sistema di posta pneumatica, che richieda di confezionare ed inserire i materiali in appositi “bossoli”: qui l’operatore deve solo infilare nel foro di invio la singola provetta, che dopo pochi secondi sarà già nelle mani del tecnico di laboratorio, senza che questo abbia la necessità di spacchettare nulla all’arrivo. È tra i primi impianti di questo tipo installati in Europa: «È stato inoltre perfezionato – sottolinea il direttore generale Giuseppe Dal Ben – proprio grazie alla collaborazione tra l’Ulss 3 Serenissima e i produttori, con l’introduzione della totale tracciabilità di ogni campione biologico, implementazione che rende il sistema mestrino ancora più innovativo. Tecnologia applicata alla sanità, ancora una volta, all’ospedale di Mestre, per migliorare costantemente il livello dei servizi offerti».

La spedizione “via aria compressa” sostituisce la consegna a mano che veniva effettuata in precedenza: «I campioni prelevati dagli utenti – spiega la Primaria – venivano raccolti, presso un unico punto, in un apposito contenitore, e il trasferimento avveniva quando necessario e quando un operatore poteva distaccarsi per raggiungere personalmente il laboratorio con il contenitore pieno di provette». Poiché le provette "prodotte" dal Pronto Soccorso sono circa 350 al giorno, è evidente che, in particolare nelle fasce orarie di grande affollamento, era spesso necessario che il personale trasferisse i campioni: «Una volta ogni venti minuti – spiega la dottoressa Rosada – un infermiere saliva in Laboratorio per la consegna e per dare così avvio al processo di analisi: ora la consegna è semplice e le provette vengono avviate via via appena raccolto il campione. E via via il passaggio attraverso lo scanner attiva la procedura, in tempo reale, senza soluzione di continuità tra il prelievo e la processazione”». In sostanza, si ottiene un risparmio di risorse umane, perché non occorre più distaccare una persona per i trasporti che venivano effettuati via mano, e una riduzione dei tempi di attesa dell'utente del Pronto Soccorso, almeno per quanto riguarda i referti ematochimici. I primi test sui tempi parlano di un risparmio di tempo complessivo per paziente intorno ai 20 minuti, e questa riduzione, moltiplicata per 170 sogetti esaminati al giorno, avrà un sicuro impatto nel flusso dei pazienti, nelle code in sala di attesa, nella gestione delle criticità sanitarie.

Dal punto di vista del laboratorio analisi, il sistema si concretizza in un apposito contenitore, quasi una cassetta postale, in cui le provette vengono consegnate dal sistema ad aria compressa, che le “frena” e le deposita a disposizione degli operatori. «Il sistema è collegato ad un computer presente in laboratorio – sottolinea il Primario Paolo Carraro – e segnala la spedizione di ogni singola provetta dal Pronto Soccorso, ciascuna con il proprio codice identificativo, e l’arrivo nella "cassetta postale" del Laboratorio. Agli operatori sono evidenziati sia l’arrivo di una nuova provetta, sia l’eventuale presenza di una provette arrivata e non prelevata». Anche qui, di volta in volta e in tempo reale gli operatori possono quindi far proseguire al campione il suo iter di analisi. Il sistema, denominato “Tempus600”, rappresenta l’esito di un processo di studio del flusso degli esami di laboratorio richiesti in urgenza con la metodologia denominata “Lean-Toyota Production System”. È stato sviluppato dalla ditta Timedico, ditta danese con sede a Silkeborg, e viene fornito dal distributore esclusivo per l’Italia la ditta EOS con sede a Cervarese Santa Croce (Padova).