domenica 19 aprile 2020

IL PROVVEDITORATO ALLE OPERE PUBBLICHE: ACCELERARE I LAVORI DEL MOSE, NESSUNA PROROGA ANCHE PER LE COMPENSAZIONI

Il Coronavirus non ferma i lavori del Mose. È la stessa provveditrice alle opere pubbliche del Veneto, Cinzia Zincone, a sollecitare il rispetto dei tempi di consegna, senza alcuna dilazione: in un articolo pubblicato stamane dal Corriere del Veneto in edicola, a firma di Alberto Zorzi, la provveditrice lancia un appello affinché vengano accelerate le opere complementari, e quindi ridotti i tempi delle compensazioni ambientali che riguardano, ad esempio, anche l’intera batteria San Felice a Sottomarina.

La Zincone si è scontrata nei giorni scorsi con i commissari del Consorzio Venezia Nuova, Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, i quali avevano lanciato l’ipotesi di una proroga che andasse oltre il 31 dicembre 2021 quale termine per la consegna dell’intero impianto. Il Provveditorato alle Opere Pubbliche, invece, spinge per il completamento delle dighe mobili entro il prossimo 30 giugno, dal momento che i test hanno dato prova di funzionamento e occorre provare anche con il mare mosso, come inizialmente programmato.
Di pari passo, secondo Cinzia Zincone, devono procedere contemporaneamente le opere di compensazione (tra cui il recupero complessivo del waterfront del Forte San Felice): la consegna definitiva di queste ultime, secondo i commissari, sarebbe dovuta avvenire nel 2023, ma per la Zincone è necessario che tutto il progetto trovi compimento entro la fine del 2021, mettendo al lavoro tante piccole imprese appaltatrici del territorio.
In sede giudiziaria, intanto, prosegue il contenzioso pendente tra il Consorzio Venezia Nuova e le imprese al lavoro nella prima parte delle opere del Mose: alcuni lavori infatti risultano non eseguiti a regola d’arte, come la conca di navigazione di Malamocco rivelatasi troppo piccola, oppure la lunata del Lido -cui aveva lavorato anche la Coedmar- crollata in mare pochi giorni dopo l’inaugurazione. I commissari Fiengo e Ossola hanno chiesto centinaia di milioni di danni, soprattutto all’azienda Covela-Mantovani protagonista di molti interventi.

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