venerdì 31 gennaio 2020

MOSE, ERIKA BALDIN (M5S): «ZAIA CI METTA LA FACCIA E DICA I TEMPI E I PROCESSI PER FARLO FUNZIONARE»

Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle torna ad attaccare sulla vicenda Mose. «Ormai ogni notizia che lo riguarda sembra il nuovo capitolo di un racconto dell'assurdo - commenta Erika Baldin - perché ora veniamo a sapere che anche se funzionasse, per completarlo e metterlo all'opera servirebbero soldi che (a quanto pare) non riescono ad arrivare, fermi da qualche parte. Le aziende battono cassa e vogliono giustamente essere pagate, ma anche i loro compensi rischiano di finire nel buco nero che ha già inghiottito sprechi e tangenti». Baldin ricorda i numeri: «Il progetto iniziale, da molti giudicato faraonico, doveva costare 4 miliardi e mezzo. Ne è costati oltre 7: centinaia di milioni in tangenti accertate dalla magistratura, soldi finiti in conti e benefici personali come quelli dell'ex presidente della giunta regionale veneta Giancarlo Galan che ci si è perfino ristrutturato una villa.
Stima di almeno 18 milioni l'anno necessari solo per il funzionamento a regime. Buio totale sui reali costi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Costi non ancora stabiliti per ripristinare paratoie e meccanismi che nel frattempo sono stati erosi da ruggine e salsedine». Nei mesi scorsi - continua il M5S - dopo la disastrosa acqua alta a Venezia «abbiamo assistito allo sconcertante balletto dei collaudi veri, presunti, falliti. E adesso sappiamo che per chi dovrebbe ultimarlo e farlo funzionare non c'è un euro. Basta così, siamo diventati la barzelletta d'Italia. Chiediamo a Zaia di metterci la faccia, ed esporre una volta per tutte tempi e processi per far funzionare il Mose, prima che diventi il rottame più caro della storia e che rimanga solo la vergogna della regione».

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