lunedì 28 novembre 2016

IMPORTANTISSIMO VACCINARE I PAZIENTI CARDIOPATICI E DIABETICI

Influenza: “L’importanza delle vaccinazioni nei pazienti cardiopatici e diabetici” Un incontro pubblico è previsto nella struttura sanitaria di Noale per mercoledì 30 novembre “L’importanza delle vaccinazioni nei pazienti cardiopatici e diabetici”: è questo il titolo di un incontro pubblico organizzato dalla Cardiologia Riabilitativa e Medicina dello Sport, assieme al Servizio di Diabetologia e al Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 13. L’evento, previsto per mercoledì 30 novembre, dalle 8.30 alle 9.30, nella sala convegni della struttura sanitaria di Noale, nel veneziano, vede anche la partecipazione attiva dell’Associazione Cuore Amico di Mirano e delle Associazioni Diabetici di Mirano e Dolo. “L’invito a vaccinarsi contro l’influenza – ha esordito il direttore generale della Ulss 13 Giuseppe Dal Ben – è un invito che si fa generalmente a tutti e in particolare alle persone cosiddette a rischio. Cioè quelle persone fragili in quanto affette da patologie per le quali l’influenza potrebbe causare delle serie complicanze. In questo incontro i nostri professionisti ricordano quanto sia importante vaccinarsi per i pazienti cardiopatici e diabetici e sono a disposizione del pubblico per eventuali domande e richieste di informazioni”. Sono circa 1200 i pazienti cardiopatici (tra nuovi ingressi e pazienti che ritornano per controlli) seguiti annualmente dalla Cardiologia Riabilitativa di Noale, a cui si aggiungono circa 7000 pazienti che sono seguiti ambulatorialmente con visite di controllo dal Servizio Diabetologico recentemente trasferitosi da Mirano a Noale. “Ogni anno – ha aggiunto il responsabile della Cardiologia Riabilitativa e della Medicina dello Sport Franco Giada - con l'arrivo dell'autunno ritornano anche le raccomandazioni degli esperti di vaccinarsi in tempo per evitare di essere contagiati dall'influenza. Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l'influenza, sia perché aumentano notevolmente le probabilità di non contrarre la malattia, sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno seri e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicazioni”. “Il vaccino – hanno aggiunto la dottoressa Federica Boin ed il dottor Flavio Valentini del Dipartimento Prevenzione dell’Ulss 13 - assicura un'elevata protezione, limitata però a soli 6-12 mesi perché i virus influenzali si modificano di continuo, pertanto deve essere ripetuto ogni anno. Esso è costituito da virus uccisi, appartenenti ai ceppi responsabili delle epidemie più recenti. Negli adulti è sufficiente in genere una sola iniezione ed occorrono circa 4 settimane per ottenere il massimo effetto: per questo motivo il periodo di vaccinazione consigliato va da ottobre a fine novembre. È sempre utile vaccinarsi anche ad epidemia iniziata poiché il rischio di prendersi il virus perdura per più mesi”. Il vaccino antinfluenzale è inattivato e immunogeno, in grado cioè di indurre una reazione immunitaria. Riduce infatti l'incidenza della malattia del 30-70 per cento, le complicazioni del 70-90 per cento e l'ospedalizzazione del 50-70 per cento.

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