sabato 19 novembre 2016

LA " BLUE TONGUE " NON E' PERICOLOSA PER L'UOMO NE' PER LE CARNI E I SUOI DERIVATI

ULSS 13 INFORMA La “Blue tongue”: la malattia della lingua blu che colpisce i ruminanti non è pericolosa per l’uomo né per le carni e i suoi derivati Nella Ulss 13 il Servizio Veterinario controlla attivamente gli allevamenti a rischio, con visite cliniche e prelievi Il Direttore Generale della Ulss 13 Giuseppe Dal Ben si è incontrato col Sindaco di Dolo Alberto Polo ed il responsabile del Servizio Veterinario della Ulss 13 Stefano Zelco per fare il punto sulla “Blue tongue” o morbo della lingua blu. Una malattia non nuova nel mondo animale che ora nuovamente è ricomparsa nella nostra regione diffondendosi tra gli allevamenti con la comparsa di molti focolai. La sorveglianza nel territorio da parte del Servizio Veterinario è molto attiva, in attesa di partire con la vaccinazione degli animali a rischio, come previsto dalla Regione. “Una malattia che non ci deve allarmare – ha rassicurato il Sindaco Polo - in quanto si tratta di una malattia che non contagia l’uomo e non provoca alcuna alterazione alle carni, al latte e ai prodotti derivati, che possono essere tranquillamente consumati”. LA MALATTIA E LA SITUAZIONE IN VENETO. Si tratta di una malattia infettiva di origine virale dei ruminanti, trasmessa da insetti vettori del genere culicoides; il principale vettore nelle nostre zone è il C. obsoletus. Gli ovini possono ammalarsi in maniera grave, con sintomi caratterizzati da infiammazioni ed emorragie; i bovini, nella maggior parte dei casi, invece, vengono colpiti in maniera asintomatica, non impedendo però che questi diventino un serbatoio di diffusione per il virus. Il primo focolaio di “Blue tongue” sierotipo 4 è stato segnalato nella nostra regione in data 31 agosto di quest’anno, in provincia di Belluno. In meno di tre mesi la malattia, grazie anche alle temperature miti di questo autunno che hanno influito sulla vitalità degli insetti vettori, si è diffusa nel territorio regionale, fino a contare 317 focolai maggiormente concentrati nelle province di Belluno, Padova, Treviso, Vicenza. I focolai sono stati riscontrati in massima parte in allevamenti bovini e greggi di ovini. LA SITUAZIONE NELLA ULSS 13. “Successivamente alla comparsa dei primi casi in Veneto – ha spiegato Stefano Zelco, responsabile dei Servizi Veterinari della Ulss 13 – abbiamo attivato il piano di sorveglianza e monitoraggio della popolazione delle specie sensibili (quindi ovicaprini e bovini ), seguendo le indicazioni regionali. Sono state individuate 59 aziende sentinella, ognuna delle quali deve essere sottoposta a tre controlli nell’arco di circa trenta giorni, per un totale quindi di 177 interventi. Stante l’attuale diffusione della malattia, il territorio di tutta la regione è considerata zona di restrizione alla movimentazione delle specie sensibili, così come la provincia di Trento e parte del Friuli. PROSPETTIVE PER IL FUTURO. La diffusione degli insetti vettori circolanti verrà drasticamente ridotta dall’arrivo del freddo invernale; questa evenienza, unita al prossimo inizio del piano vaccinale previsto dalle Regione, contribuiranno a limitare drasticamente la diffusione del virus.

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