giovedì 19 settembre 2019

IL CONSIGLIO DI STATO AUTORIZZA REFERENDUM PER SEPARARE VENEZIA DA MESTRE: IL M5S ESULTA, "VINCE LA DEMOCRAZIA DIRETTA"

Il Consiglio di Stato, smentendo la precedente risoluzione del TAR del Veneto datata 14 agosto 2018, ha deciso che il quinto referendum per la separazione tra Venezia e la terraferma. «Una vittoria netta» secondo il Movimento 5 Stelle «che finalmente non può essere più messa in discussione»: ora la richiesta alla giunta regionale guidata da Zaia è di convocare immediatamente i comizi elettorali. «Per noi – afferma la capogruppo in consiglio regionale Erika Baldin - quando si affermano i princìpi della democrazia diretta è sempre un bel giorno. In questo caso è giusto che decidano i veneziani, i mestrini, gli abitanti delle altre municipalità se istituire (o meno) entità autonome rafforzate e magari uno statuto speciale per la città d’acqua e la laguna, i cui problemi non possono essere assimilati a quelli di alcun altro luogo. Con la pronuncia del Consiglio di Stato viene anche sconfitto chi ha fatto di tutto per impedire lo svolgersi di questa consultazione». Il riferimento è chiaramente al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
«Lui e Zaia hanno fatto di tutto per tappare la bocca ai cittadini», prosegue l'ex candidato presidente del Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti. «Più di diecimila persone hanno chiesto un referendum e finalmente potranno esprimersi. Un gruppo di indomiti cittadini ha avuto la meglio contro la Regione che ha provato a bloccare questo percorso di democrazia. Questa sentenza è il simbolo dei veneziani che si ribellano all’arroganza della politica, la quale vuole tappare la bocca e decidere per loro.
 Immediatamente deve essere fissata la data, la politica tolga i bastoni tra le ruote della comunità veneziana. 
Io per primo ho portato in aula la richiesta per questo referendum, la democrazia diretta deve essere un faro sempre!». Il M5S comunque -almeno per il momento- non ha dato indicazioni di voto per il referendum dell’autonomia veneziana: «Non mettiamo cappello sulla sovranità popolare – conclude Erika Baldin – ma a chi ne ha diritto chiediamo di informarsi, decidere e andare a votare in massa».

Nessun commento:

Posta un commento