giovedì 14 gennaio 2021

VENEZIA FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI: SALTANO TUBAZIONI VECCHIE E LOGORE, IERI SOSPESA PER ORE L’EROGAZIONE IDRICA A RIALTO

Tubi vecchi e fragili, sprechi, danni e disagi per i residenti. Così si presenta la rete idrica del Comune di Venezia alle porte del periodo più freddo dell’anno.
E infatti anche ieri la municipalizzata Veritas, che si occupa anche delle condotte idriche, ha dovuto sospendere l’erogazione dell’acqua potabile per 5 ore nel tratto tra il civico 730 e il ponte di Rialto, nel sestiere di San Polo, a causa della rottura di una tubazione.
Ma questo è solo uno, e non il più grave, dei molti episodi che certificano l’inadeguatezza della rete idrica veneziana, e che puntualmente si verificano con cadenza sempre più ravvicinata.

A poche settimane dalla rottura di un grosso tubo da 600 mm a Favaro, che ha lasciato senz’acqua mezza Mestre e Carpenedo per ore, Venezia si conferma vulnerabile anche all’acqua dolce.
Il problema è noto e di certo non recente: lo sottolinea Legambiente nell’ultimo rapporto Ecosistema Urbano 2020, che certifica come la dispersione idrica della città metropolitana di Venezia ammonti al 37.2% (più della media nazionale) e lo riprende in questi giorni l’associazione Garanzia Civica, che rispolvera un episodio denunciato addirittura nel 2011, dieci anni fa, quando la rottura di un tubo fece crollare una porzione della fondamenta Santa Chiara.
Senza tornare così indietro nel tempo, i veneziani ricordano bene il 31 ottobre 2020 quando, ancora euforici dai primi test positivi del Mose, hanno visto allagarsi nuovamente campo San Polo, questa volta non per l’acqua alta.
Ancora più recente l’episodio del 9 dicembre, quando una condotta da 80 mm è esplosa nel mezzo di campo Santa Margherita, davanti lo Skillà Bar, lasciando all’asciutto più di 20 famiglie. Esattamente un anno prima, era accaduto invece alla fondamenta della Toletta trasformarsi in cascata, con un’impressionante massa d’acqua a coprire i masegni divelti: un altro tubo in ghisa era esploso.

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