giovedì 22 novembre 2018

LA CONSIGLIERA DEL M5S ERIKA BALDIN PROMUOVE UNA LEGGE REGIONALE CONTRO L'INQUINAMENTO DELLA PLASTICA NEL MARE

Stop alla plastica usa e getta e zero rifiuti in mare. Sono gli argomenti su cui si fonda la proposta di legge contro l’inquinamento della plastica in mare e nell’ambiente: a presentarla è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, che da tempo si occupa di questo tema. «Credo fermamente – conferma Baldin - che si debba intervenire a livello regionale senza aspettare ulteriormente, perché si tratta di un’emergenza su cui il mondo è già in clamoroso ritardo. Bisogna partire dal presupposto per cui i principali responsabili dell’inquinamento sono i prodotti in plastica monouso come posate, cotton fioc, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini, che rappresentano il 70 per cento dei rifiuti marini. È su questi che bisogna agire». Entro il 2025 gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno ridurre del 25% il consumo dei prodotti in plastica per i quali oggi non esistono alternative: scatole monouso per hamburger e panini e contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati.

Sempre entro il 2025 le bottiglie per bevande dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90%. «Sulla base di questa proposta che abbiamo già approvato in Europa – spiega la consigliera - chiedo al Veneto di agire immediatamente per rispettare questo obiettivo e magari anticiparlo». La legge avanzata da Baldin chiede di prevenire l’utilizzo della plastica monouso collaborando con le Università e gli istituti di ricerca locali per trovare alternative, ridurre da subito l’uso di prodotti di plastica monouso, anche con incentivi basati su sistemi di cauzione - rimborso. Poi sensibilizzare nelle scuole e nelle città attraverso campagne informative, ridurre la dispersione di plastica in mare, collaborando con pescatori e parti interessate, e inoltre ridurre la produzione e l’utilizzo di sacchetti di plastica e imballaggi, attraverso incentivi. «Per tutto questo la Regione dovrà spendere 900mila euro in 2 anni», conclude Baldin. «Soldi che abbiamo già trovato nella mia proposta di legge, ora ci aspettiamo che venga votata e approvata in consiglio, in modo che il Veneto possa essere un’avanguardia nazionale in un problema che ci riguarda tutti da vicino».

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