Il gruppo Veritas ha fornito gli ultimi dati relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti nel primo semestre del 2020, all'interno dei 44 Comuni del Veneziano gestiti dalla società multiutility. La media è del 73.57%, con l'82% dei materiali raccolti effettivamente poi riciclati: il resto (15%) è recupero energetico dal css prodotto a Fusina dal trattamento del rifiuto secco residuo, oltre al 3% che va conferito in discarica. La media nazionale per quest'ultimo aspetto si aggira attorno al 50%.
Il Comune più virtuoso si rivela Fossalta di Piave con il 90.73%, seguita da Ceggia con l'89.79%, Cona (87.28%), Mira (86.5%) e San Donà di Piave (86.26%). Sono 13 Comuni a superare l’80%: la stessa Venezia, per il terzo anno consecutivo, è stata dichiarata da ISPRA la prima Città Metropolitana e il primo grande Comune d’Italia per raccolta differenziata.
Buone notizie arrivano anche dai dati sulla tracciabilità delle filiere, che Veritas certifica, attraverso un ente terzo, fin dal 2014. È stato avviato a recupero il 95% della carta e del cartone raccolto in maniera differenziata, il 79% del vetro, il 92% della plastica, il 95% dei metalli, il 67% del secco residuo, mentre il 98% del legno è diventato pannello truciolare per l’industria del mobile. Per quanto riguarda, invece, le frazioni umide, il 35% del verde e ramaglie e l’11% dell’organico sono stati trasformati in compost e da quest’ultimo è stato ricavato biogas per oltre 17mila MWhp di energia.
Tuttavia, nelle raccolte resta ancora molto alta la quantità di scarti e materiali differenziabili: dal migliaio di analisi merceologiche effettuate da Veritas risulta infatti che circa la metà del rifiuto secco è composto da materiale ancora riciclabile che, comunque, i successivi trattamenti meccanici riescono a separare e ad avviare al recupero. Inoltre, il 6% della carta, il 18% di vetro, plastica e lattine, l’8% di plastica e lattine, il 14% della plastica e il 3% del rifiuto organico sono frazioni estranee, quindi scarti ed errori, che non possono essere
riciclate. Serve dunque uno sforzo aggiuntivo da parte di tutti per separare meglio i rifiuti, facendo crescere la percentuale di raccolta differenziata e diminuire la quantità di secco residuo.
Tuttavia, nonostante le alte percentuali di differenziata, la recessione che sta colpendo i mercati mondiali e il crollo del prezzo di alcuni materiali (carta e plastica su tutti) non permettono di alleggerire il costo del servizio, quindi le bollette dei rifiuti a carico dei cittadini. Per contenere i costi è quindi più che mai importante (anzi, essenziale) svolgere bene la differenziata, dividendo con cura i materiali ed eliminando gli scarti, in modo da ridurre la quantità di rifiuto secco. Inoltre, è importante evitare di abbandonare in strada o nell’ambiente rifiuti e materiali ingombranti, il cui recupero comporta costi aggiuntivi a carico della collettività e non degli incivili e
maleducati autori di questi gesti.
Perché se non abbiamo nessun tornaconto economico dobbiamo continuare a fare la differenziata??
RispondiEliminaTanto vale fare più termovalorizzatori e BRUCIARE TUTTO, potremo usufruire così del teleriscaldamento, come da decenni fanno a Brescia (il teleriscaldamento consente oggi di riscaldare circa il 70% degli edifici cittadini).
DOBBIAMO differenziare il più possibile. Con una differenziata spinta in discarica arriva pochissimo e le risorse possono essere recuperate. Senza contare che ormai è evidente anche all'ultimo degli imbecille che il pianeta non può più sostenerci e o ci mettiamo in testa di ragionare o taglieremo definitivamente il ramo dove stiamo.
EliminaLa differenziata, come è stata studiata e realizzata è solo un BLUFF.
EliminaL’imbecille è colui che ancora crede alle balle che ci raccontano. Facciamo un esempio: i demagoghi ci hanno rotto i “cabasisi” perché secondo loro la plastica in quanto tale è da eliminare dalla faccia della terra. Si è visto con la crisi del corona virus quanto bisogno invece c’è della plastica. Persino i bar hanno usato servire il caffè nelle tazzine di plastica. E allora, se c’è bisogno della plastica, se non si riesce per vari motivi (anche economici) a fare la differenziata, briciamola nei termo valorizzatori e usiamo il calore della combustione per il riscaldamento dei fabbricati.
“è evidente anche all'ultimo degli imbecilli” che questa differenziata cervellotica come è concepita è un disastro.
EliminaAbbiamo iniziato anni fa la differenziata con buon senso, siamo arrivati adesso ad una cernita impossibile da eseguire.
Dalla mia finestra scorgo un panorama di 6 cassonetti per la differenziata: uno per la carta, due per l’umido, uno per le ramaglie, uno per il secco, uno per il vetro, la plastica e lattine.
RispondiEliminaPer la raccolta usano mezzi diversi (è logico) quindi alla sera e di notte fonda c’è un via vai di camion che lambiscono le mura da condominio i cui cassoni arrivano e superano le finestre del primo piano con un casino e un rumore assordante.
Detto ciò, diamo una occhiata a come si deve fare la raccolta differenziata. Nel sito di Veritas “dove lo butto” ci sono le indicazioni. Armiamoci di pazienza e leggiamo alcuni esempi.
- Agende: nel cassonetto della carta, previo togliere le copertine di plastica che vanno gettate nel cassonetto della plastica, o pelle che vanno gettate nel secco.
- Tetra Pack (latte, succhi, vino, panna): nel cassonetto della carta, previo togliere i tappi che vanno gettati nel cassonetto della plastica (se sono di plastica.
- Tettarelle/ ciucci: nel cassonetto del secco.
- Tintura (per capelli, abiti, scarpe) all’Ecocentro/Ecomobile.
- Cartone per pizza pulito e spezzettato: nel cassonetto della carta.
- Cartone per pizza sporco e spezzettato: nel cassonetto dell’umido.
- Cartelle portadocumenti (di plastica): nel cassonetto del secco:
……e via di questo passo. Divertitevi a sfogliare, sembra l’enciclopedia Treccani.
SONO SOLO MATTI DA LEGARE!