mercoledì 31 ottobre 2018

MALTEMPO IN VENETO: I DATI RACCONTANO UNA SITUAZIONE PEGGIORE AL 1966 E AL 2010

La prima grande ondata di maltempo autunnale è ormai alle spalle, con l'ingrossamento dei numerosi fiumi e corsi d'acqua, e il loro scarico in mare. Proprio attorno a mezzanotte la piena del Brenta è transitata nei pressi di Punta Gorzone, dove erano state preventivamente evacuate 15 abitazioni. È quindi il momento di contare i danni e fare i raffronti: l’unità di crisi attivata dalla Regione Veneto per fronteggiare la situazione di emergenza ha elaborato una serie di tabelle di confronto tra l’evento di questi giorni e quelli più rilevanti, sempre della durata di tre giorni, che si sono succeduti negli anni. La statistica è chiara: l’ondata di maltempo che ha colpito il Veneto è stata quanto meno al livello di quelle, devastanti, che l’hanno preceduta, con punte massime di accumuli d’acqua al suolo superiori anche al terribile 1966: la “tempesta perfetta”, come l’ha definita -fin dalla lettura dei primi modelli previsionali- il presidente della giunta regionale Zaia.
Lo si evince dai dati storici sulle quantità d’acqua cadute nel corso dei precedenti eventi calamitosi, confrontati con quelle registrate il 27, 28 e 29 ottobre 2018: in questo evento, la montagna è stata la più colpita, tanto che la stazione di rilevamento di Soffranco (Belluno), con 667,4 millimetri d’acqua caduti per metro quadro, ha superato il Cansiglio dove, nel 1966 (4-5-6 novembre), ne furono registrati 608. Le punte massime dell’alluvione del 2010 (31 ottobre, 1 e 2 novembre) si “fermarono” ai 587,2 di Seren del Grappa. Livelli inferiori ai massimi registrati negli scorsi tre giorni si registrarono anche negli eventi del 15-17 maggio 1926; del 26-28 ottobre 1953; del 17-19 settembre 1960; del 7-9 giugno 1988. Questo, nota l’unità di crisi Regionale, per far comprendere come solo le centinaia di opere realizzate dal 2010 a oggi, la precisione dei modelli previsionali utilizzati, e l’uso sapiente delle casse di laminazione naturali e artificiali in Trentino, in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, abbiano consentito di evitare situazioni e danni peggiori, anche in attesa delle future perturbazioni e precipitazioni.

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