mercoledì 16 maggio 2018

CANCRO ALLA MAMMELLA E ALLA PROSTATA, COME DIFENDERSI DAGLI EFFETTI COLLATERALI DELLA TERAPIA: SE NE PARLA VENERDÌ A MESTRE

L’osteoporosi è una malattia dello scheletro che espone, in modo prevalente ma non esclusivo, le donne all'aumento del rischio di fratture. È causa in Italia, ad esempio, di ben 90mila fratture del femore all'anno. È una malattia che colpisce soprattutto le donne in menopausa e gli uomini over 60. Per prevenirla, gli specialisti suggeriscono di assumere vitamina D e calcio, di muoversi, evitando fumo e alcolici, ovvero di seguire corretti stili di vita, come spesso ricorda il direttore generale della ULSS 3, Giuseppe Dal Ben. L'osteoporosi è una malattia subdola che, come è ormai noto, si manifesta anche dopo terapie ormonali impiegate come terapie complementari a quelle chirurgiche, chemioterapiche e radioterapiche, in caso di tumore alla mammella e di tumore alla prostata. Un convegno al Novotel di Mestre, previsto per venerdì 18 maggio, affronterà con gli addetti ai lavori questo tema cercando i possibili rimedi.
Ad organizzarlo è il facente funzioni del Primario del reparto di Lungodegenza all'ospedale di Noale, dottor Gianpaolo Voltan, in collaborazione con altri specialisti della ULSS 3 Serenissima. «Ho pensato di creare questo evento di confronto e dibattito – ha detto il dottor Voltan – attorno a un tema così delicato che ci vede impegnanti quotidianamente, per sensibilizzare le diverse figure professionali mediche della ULSS 3 che a vario titolo hanno in cura questi pazienti, riguardo alla necessità di avviare un efficace trattamento antifratturativo». Per chi è affetto di tumore alla mammella o alla prostata, diventa anche necessaria l’ormonoterapia, che però presenta alcuni effetti indesiderati, i quali incidono sulla matrice ossea del paziente, rendendolo più esposto alla frattura del femore o altri segmenti dello scheletro. Come si agisce, quindi, per evitarla o addirittura per prevenirla? «Esistono dei farmaci specifici – ha proseguito il dottor Voltan – che vengono somministrati a casi selezionati proprio per rimediare ai problemi della terapia ormonale».
Anche per i pazienti affetti da neoplasia della prostata e che necessitano di radioterapia, risultando più esposti alla frattura del femore – ha spiegato il primario di Radioterapia Oncologica all’ospedale dell’Angelo di Mestre, il dottor Imad Abu Rumeileh – nel lavoro dell'équipe di radioterapia viene in aiuto la nuova tecnologia adoperata a Mestre, che limita e concentra le dosi in aree specifiche: è il caso della radioterapia modulata ad arco (VMAT), la quale esclude dalle radiazioni i femori, puntando solo sulla prostata. In questo modo, ad esempio, si evita che i femori vengano esposti e resi più fragili anche dall'intervento di medici e chirurghi. «Il continuo confronto tra i professionisti in forza alla ULSS 3 – ha concluso il dg Dal Ben – permette di fornire il maggior beneficio ai pazienti, riducendo effetti collaterali che inficerebbero la stessa loro qualità di vita, già compromessa dalla neoplasia».

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