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sabato 25 marzo 2017
PERDERE LA FACCIA E RIACQUISTARLA: ALL'OSPEDALE ALL'ANGELO SI PUÒ
Si può cadere da otto metri di altezza, e aver salva la vita, e ritrovarsi anche a qualche giorno di distanza con il volto restituito, nonostante i gravi danni subìti nell’incidente. È successo al giovane turista giapponese di cui i giornali hanno raccontato nei giorni scorsi l’avventura infausta e la caduta da un terrazzino, a Marghera: accolto dal Pronto Soccorso dell’Angelo, il ragazzo è stato nei giorni successivi sottoposto ad un delicato intervento al volto presso la Chirurgia Maxillo-Facciale guidata dal dottor Michele Franzinelli. «Il giovane turista nipponico –spiega il dottor Franzinelli– è stato per certi aspetti fortunato, poiché dalla caduta non ha riportato la lesione di organi vitali, né fratture importanti. Ai traumi diffusi, inevitabili in una caduta del genere, si è sommata però un importante ed esteso trauma al viso. È stato quindi sottoposto ad intervento chirurgico di riduzione e contenzione delle fratture a carico del massiccio facciale». L'intervento è stato eseguito dall'equipe dei Chirurgia Maxillo-Facciale nelle persone del dottor Daniele Ferro e del dottor Alessandro Lobbio. «Si è proceduto dapprima –spiegano gli specialisti– alla riduzione delle fratture e alla ricostruzione dell'osso mascellare, con restitutio ad integrum della proiezione del volto nella regione zigomatica. Successivamente si è provveduto alla ricostruzione della cavità orbitaria, recuperando e riposizionando i frammenti ossei dislocati nel seno mascellare in conseguenza all'elevata intensità del trauma riportato». Per tale ricostruzione sono stati impiegati materiali riassorbibili che consentiranno al giovane paziente un ritorno alla normale funzionalità in tempi molto brevi. Particolarmente delicata questa operazione, spiega il dottor Franzinelli: la cavità orbitaria, l’area concava che contiene il bulbo oculare, è infatti costituita da una porzione ossea sottilissima, che si frantuma in occasione di eventi traumatici come quello occorso al giovane paziente. Il paziente, dimesso qualche giorni dopo l'intervento, può far ritorno in Giappone. Ha salutato l’équipe che l’ha operato ringraziando per le cure ricevute e chiedendo di ricevere in Giappone una copia degli articoli sulla sua vicenda. Porterà via con sé il ricordo di una pericolosa avventura, ma anche l’esperienza di un processo di cura che gli permetterà di non mostrare perennemente in volto le conseguenze della caduta.
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